Giovanni Plana
Astronomo e matematico, famoso per i suoi scritti sulla teoria della Luna, è considerato il fondatore dell'Osservatorio astronomico di Torino.
Nato a Voghera il 6 novembre 1781, muore a Torino il 20 gennaio 1864.
Compiuti gli studi universitari all’École Polytechnique di Parigi sotto la guida di J.L. Lagrange, P.S. Laplace e A.M. Legendre, al suo rientro in Italia, per intercessione di Lagrange è nominato professore di Matematiche alla Scuola imperiale di artiglieria del Piemonte e nel 1811 ottiene la cattedra di Astronomia all’Università di Torino, che era stata ricoperta da Tommaso Valperga. Nel 1815, in seguito alla soppressione della cattedra a causa della Restaurazione, Plana passa a quella di Calcolo infinitesimale, che manterrà per il resto della vita, insegnando anche Meccanica razionale all’Accademia militare. Nominato astronomo reale da Vittorio Emanuele I nel 1817, Plana promuove la costruzione dell’Osservatorio astronomico su una delle torri di Palazzo Madama, in piazza Castello e lo dirige per oltre cinquant’anni.
Fra le sue ricerche più notevoli spiccano gli studi sulla teoria del movimento della luna, svolti in collaborazione con F. Carlini e culminati nella poderosa opera in tre volumi Théorie du mouvement de la lune edita nel 1832, e le ricerche di geodesia connesse alla misura del gradus taurinensis, l’arco di parallelo tra Mondovì e Andrate, volte a confermare o rettificare i calcoli pubblicati da G. Beccaria nel 1774. Per la competenza dimostrata nella parte astronomica, Plana e Carlini ricevono il premio Lalande dell’Académie des Sciences di Parigi e Plana la decorazione della Corona di Ferro da parte dell’Imperatore d’Austria. Importanti altre ricerche sono compiute nei settori dell’analisi, della fisica matematica e della meccanica celeste. Si ricordano ad esempio quelle sulla propagazione ondosa, sulla densità dell’atmosfera, sui pendoli, sulla variazione della temperatura con l’altezza, sui fenomeni d’urto, sulla rifrazione astronomica, sul moto di un corpo lanciato fra la terra e la luna, sul moto delle comete e dei pianeti, con le relative perturbazioni, e sulla formazione degli asteroidi.
Presidente dell’Accademia delle Scienze dal 1851 fino alla morte e socio dell’Accademia dei XL, dell’Accadémie des Sciences di Parigi e della Royal Society di Londra, fra i riconoscimenti più insigni va citata la grande medaglia d’oro ottenuta dalla Royal Society e la medaglia d’oro Copley dalla Royal Astronomical Society di Londra, oltre alla decorazione dell’Ordine Civile di Savoia, al Gran Cordone dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, al titolo di barone e alla nomina di senatore nel primo Senato italiano.
A cura di C.S. Roero