Pasquale Jannaccone

(
1872
-
1959
)
Letto finora

Pasquale Jannaccone

Economista, professore in varie università italiane, divenne nel 1949 presidente dell'Accademia delle Scienze.

Pasquale JannacconePasquale Jannaccone nacque a Napoli il 18 maggio 1872. La famiglia si trasferì ben presto a Torino dove il padre, che era direttore del Banco di Napoli, fu inviato per aprire alcune filiali nell'Italia settentrionale. Nel 1893 si laureò presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino discutendo con Salvatore Cognetti de Martiis una tesi sul contratto di lavoro.

Oltre l'economia, verso la quale si erano indirizzati i suoi studi universitari, nella formazione giovanile di Jannaccone ebbero un ruolo importante gli studi umanistico-letterari, tanto che pubblicò saggi di critica letteraria su Edgar Allan Poe e Walt Whitman. Nel 1898 divenne libero docente all'Università di Torino. Nel 1900 vinse il concorso per la cattedra di economia politica all'Università di Cagliari, dove rimase fino al 1904, ricoprendo anche l'insegnamento di scienza delle finanze.

Si spostò poi nell'Università di Siena dal 1905 al 1909 e quindi presso l'Università di Padova fino al 1915, dove insegnò anche, a partire dal 1913, statistica. Tra il 1910 e il 1912 fu segretario generale dell'Istituto internazionale di agricoltura, allora il più importante organismo internazionale di statistica economica. Nel 1916 fece ritorno a Torino chiamato dalla Facoltà di Giurisprudenza sulla cattedra di statistica e poi, dal 1932, di economia politica, succedendo ad Achille Loria, e divenendo direttore del Laboratorio di economia politica che era stato fondato da Salvatore Cognetti de Martiis nel 1893. A Cognetti era già succeduto nel 1901 alla direzione della Biblioteca dell'Economista.

Fece parte della direzione della "Riforma sociale" dal 1908. Negli anni venti all'attività accademica ed editoriale affiancò una serie di importanti collaborazioni: fu incaricato dal ministro delle finanze di contribuire all'elaborazione di un progetto per il riordino del sistema tributario e finanziario dello stato; fu membro, insieme a Luigi Einaudi e Umberto Ricci, del Comitato italiano per le pubblicazioni di studi economici sulla guerra promosse dalla Fondazione Carnegie; e membro del Comitato dei trasferimenti dei pagamenti delle riparazioni di guerra della Germania per l'applicazione del piano Dawes. Nel 1930 fu eletto accademico d'Italia.

Negli anni trenta la sua attività si restrinse sempre più a quella accademica e di studioso. Ciononostante dopo la caduta del fascismo fu sottoposto a provvedimenti di epurazione quale accademico d'Italia. L'intervento in suo sostegno di Einaudi presso il CNL piemontese fu decisivo nell'impedire la loro attuazione. Nel 1949 fu eletto presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino, nel dicembre 1950 divenne senatore a vita per alti meriti scientifici su nomina dell'allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Morì a Torino il 22 dicembre 1959.

A cura di R. Marchionatti