Svante Arrhenius
Chimico e fisico, premio Nobel per la chimica nel 1903 grazie alla sua teoria sul trasferimento di ioni, visti come responsabili del passaggio di elettricità.
Chimico e fisico, Svante Auguste Arrhenius nacque a Vik, in Svezia, il 19 Febbraio 1859. I suoi genitori decisero nel 1860 di trasferirsi a Uppsala dove il giovane Svante crebbe e frequentò le scuole della Cattedrale dirette da un bravo insegnante di fisica. Qui manifestò da subito una spiccata inclinazione al calcolo aritmetico prima, e un forte interesse per la matematica e la fisica una volta giunto alle scuole superiori.
Nel 1876 si iscrisse all'Università di Uppsala per studiarvi Matematica, Chimica e Fisica. Non contento degli insegnamenti di quest'ultima materia, si trasferì all'Accademia delle Scienze di Stoccolma sotto la guida del professore E. Edlund.
Le sue ricerche sempre più personali lo portarono a studiare le affinità tra la chimica e l'elettricità (un'affinità già sospettata da Berzelius) facendo la tesi di dottorato sul passaggio di elettricità attraverso le soluzioni. L'idea contenuta nel suo lavoro era che fossero gli ioni a essere responsabili del fenomeno dell'elettrolisi, un'idea che, in occasione della sua dissertazione alla facoltà di Uppsala, non convinse da subito la comunità scientifica.
Grazie alle sue idee controverse Arrhenius ebbe comunque modo di mettersi in evidenza come giovane ricercatore sorprendendo personaggi di spicco dell'ambiente scientifico dell'epoca.
Nel 1884 ricevette l'incarico per la cattedra di Chimica Fisica, un insegnamento fino a quel momento inesistente in Svezia. La stessa comunità scientifica non mancò comunque di premiare nel 1903 le sue idee. Infatti quell'anno Arrhenius vinse il premio Nobel per la chimica proprio grazie alla sua teoria sul trasferimento di ioni visti come responsabili del passaggio di elettricità.
I suoi interessi spaziavano dalla chimica dell'atmosfera, un campo nel quale studiò l'incidenza del CO2 sul clima, alla Fisica Cosmica e all'Astrochimica, ambito nel quale rimase famosa la sua ipotesi che fosse la pressione di radiazione stellare a diffondere nell'Universo il fenomeno vita sotto forma di spore, una teoria nota oggi con il nome di "panspermia". Negli ultimi anni della sua carriera si dedicò alla divulgazione scientifica scrivendo libri che vennero tradotti subito in molte lingue. Morì a Stoccolma, il 2 Ottobre del 1927.
A cura di Angelo Adamo