Evariste Galois
Matematico francese, contribuì allo studio delle equazioni risolvibili per radicali, anticipando di decenni i concetti dell'algebra moderna.
29 maggio 1832. Evariste Galois non ha ancora ventun'anni, ma sente che non supererà l'indomani. Prende carta e penna e, tra le lettere, ne lascia una all'amico Auguste Chevalier a dir poco sconcertante. Nelle parole di esordio non ci sono le ragioni del duello che avrebbe affrontato di lì a poche ore, né i ricordi di una vita breve e intensa. Galois esordisce con ciò che per lui è più urgente in quel momento: la matematica.
Nella sua breve esistenza appassionata e istintiva, raramente Evariste aveva dimostrato di possedere una tale dose di freddezza e distacco dalle emozioni. Infatti, se non fosse per il tono colloquiale e per il dramma imminente che col senno di poi leggiamo tra le righe, potremmo scambiare la lettera a Chevalier per un articolo di una rivista di matematica, o almeno di una sua minuta. In effetti in parte lo è: teoremi, dimostrazioni, passaggi, sviluppi di idee molto complesse, si susseguono senza lasciare trasparire i pensieri di un condannato a morte. Eccetto per quel cupo presagio vicino alla conclusione:
Il secondo manoscritto lasciato da Galois tra le sue carte riguarda due articoli da lui pubblicati nel 1830 ("Analyse d'un Memoire sur la résolution algébrique des équations" e "Sur la théorie des nombres") e un altro capolavoro non finito: "Dés équations primitives qui sont solubles par radicaux", il quale, secondo una delle massime studiose di Galois, Laura Toti Rigatelli, è stato approfondito proficuamente solo da Camille Jordan.
Ma è la prima memoria quella a cui il giovane Galois tiene di più, e probabilmente egli stesso è consapevole del valore di testamento scientifico che la lettera a Chevalier avrebbe acquistato. Infatti, poco prima di chiuderla si raccomanda: "
Non è un caso se Galois si affida a simili giganti, nè si tratta di manie di protagonismo (da cui comunque non era immune). Già altri grandi nomi della matematica avevano avuto tra le mani quella sfortunata Memoria: Cauchy e Poisson ne ebbero una prima versione nella primavera del 1829, perchè venisse presentata all'Academie des Sciences, ma non ne parlarono. Forse andò smarrita, come scriverà nell'ottobre 1830 lo stesso Galois in un "Discours preliminaire" a un'altra versione della memoria, scritta nella primavera del 1830 per concorrere al Grand Prix de Mathématiques: "
Nel frattempo Galois aveva avuto modo di far parlare di sè fin dall'adolescenza: nonostante avesse già pubblicato sul "Bulletin des Sciences mathématiques" e sugli "Annales des Mathématiques", era stato inspiegabilmente escluso per ben due volte dall'esame di ammissione all'Ecole Polytechnique, dovendosi "accontentare" dell'Ecole Préparatoire o Ecole Normale. In seguito venne spesso coinvolto in questioni politiche, come repubblicano membro della "Société des Amis du Peuple". Il suo carattere irruento e intraprendente gli fece passare non pochi guai, finchè alla fine non venne espulso anche dall'Ecole Normale.
Nella primavera del 1831 Galois venne coinvolto in un piccolo tumulto contro il re Luigi Filippo e arrestato con l'accusa di tradimento. Quando la notizia venne resa pubblica citando anche l'Academie, dalla quale il giovane genio arrestato attendeva ancora risposte su certi suoi studi fondamentali, i luminari dell'Accademia, Lacroix e Poisson, non poterono mantenere il silenzio e diedero finalmente il loro parere: negativo!
Arrestato per la seconda volta in seguito a nuovi tumulti, Galois continuò i suoi studi dal carcere, dove rimase rinchiuso per alcuni mesi. Non sono chiari i motivi che lo spinsero a rinunciare alla vita e alla matematica, accettando quel duello: forse una donna o forse la politica. La lettera a Chevalier non ci aiuta, prima di concludere Galois insiste ancora sulla matematica: "
La passione totalizzante per la matematica nacque in Evariste a circa quindici anni, con modalità che ricordano quelle di un altro straordinario matematico: Srinivasa Ramanujan. Il genio indiano rimase come folgorato dalla lettura di un libro di formule e teoremi di un certo S. Carr e da allora aveva iniziato non soltanto a ricavare da solo quelle formule e quei teoremi, ma a trovarne di nuovi e inimmaginabili dagli altri matematici, trascurando completamente le altre materie. Così Evariste, preso in mano un testo di geometria di Legendre, lo divorò preso dal "furore della matematica", come disse il suo insegnante, e iniziò a trascurare tutto il resto, compresa la fisica, snobbando esplicitamente gli insegnanti e le loro materie. Riuscì subito in quello che non avrebbe mai smesso di fare: andare oltre lo scibile esistente, precorrere i tempi, anticipare e scavalcare le possibilità altrui di comprensione. Lo fece anche con delle lezioni private che aveva iniziato a dare per mantenersi e che presto si tasformarono in un vero e proprio corso avanzato di matematica, nel quale tentava invano di rendere note le sue teorie. Probabilmente non aveva la pazienza di insegnare, neanche allora "aveva tempo". Non riusciva a farsi seguire, finché non dovette smettere perché nessuno si presentava più.
Non li si può certo biasimare, secondo Laura T. Tigatelli, "
La teoria dei gruppi accomuna questo genio straordinario a un nostro esponente della fisica teorica che fu altrettanto fugace e geniale: Ettore Majorana. Anche Galois, come Majorana, pubblicò solo una decina circa di lavori, tutti di grande classe e capacità di precorrere i tempi. In una cosa erano invece due geni agli antipodi: Majorana, apprezzato immediatamente da ogni fisico col quale entrava in contatto, cercava di nascondere gelosamente le sue intuizioni più avanzate, nè si preoccupò mai di far sapere quello che pensava e studiava prima di sparire nel nulla; Galois invece dovette combattere tutta la vita per farsi notare e far apprezzare i suoi lavori, cercò di spiegarne il senso fino a poche ore prima di morire.
Joseph Liouville, Enrico Betti, Richard Dedekind, Charles Hermite, Camille Jordan, Leopold Kronecker, Emile Artin, Luigi Bianchi sono solo alcuni dei nomi dei matematici che hanno contribuito a diffondere, studiare e approfondire la teoria di Galois contribuendo alla nascita della teoria dei gruppi. Assieme a Giovanni Gentile Jr, Majorana fu uno dei primi a capire le potenzialità dei gruppi per la fisica teorica. Anche questo Galois aveva saputo prevedere nella lettera a Chevalier: "
Letture
- E. Galois, "Scritti matematici", a cura di L. Toti Rigatelli, Bollati Boringhieri (2000)
- L. Toti Rigatelli, "Evariste Galois, 1811-1832",
- "Œuvres mathématiques d'Evariste Galois", a cura di J. Liouville,
- "Œuvres mathématiques d'Evariste Galois", con introduzione di E. Picard,
- "Manuscrits et papiers inédits de Galois", a cura di J. Tannery,
- "Manuscrits de Evariste Galois",
- "Ecrits et mémoires mathématiques d'Evariste Galois", edizione critica a cura di R. Bourgne e J. P. Azra, con prefazione di J. Dieudonné,
- C. Boyer, "Storia della matematica",
A cura di Angelo Mastroianni