Tullio Terni

(
1888
-
1946
)
Letto finora

Tullio Terni

Brillante autore di ricerche sperimentali in campo biomedico.

Nel ricordare l'opera scientifica di Tullio Terni spentosi nel 1946, Giuseppe Levi parla di Lui come di un raro biologo che già in età giovanile manifestava un alto grado di originalità e di spirito critico nella ricerca. Egli cita le sue ricerche sullo sviluppo spermatogenetico di Spelerpes chiarificatrici dei complessi processi della meiosi effettuate nel secondo triennio di Medicina nell'Istituto Anatomico di Firenze. Levi considera pertanto una fortuna averlo avuto collaboratore dal 1911 al 1914 a Sassari e ricorda con rimpianto ed emozione gli anni di intenso lavoro nel piccolo laboratorio dell'Istituto di Anatomia di quella Facoltà.

In quella sede Terni illustrò il comportamento tattico dei condriosomi nella meiosi e descrisse grandezza e forma dei neuroni sensitivi spinali nella correlazione con l'ampiezza del loro territorio di innervazione. Altre ricerche ancora condusse sui condriosomi della cellula nervosa, sulle formazioni peridiosomiche, sull'influenza del calore sulla velocità dello sviluppo embrionale.

Insieme con il Maestro, Terni si spostò nel 1915 a Palermo. Nel marzo di quell'anno fu sergente di Sanità e dall'inizio della campagna di guerra italo-austriaca fino al 1918 prestò servizio in zona di guerra quale tenente e quindi capitano medico. Sarà insignito della Croce di guerra al merito. Dopo la guerra sempre con il Levi è a Torino ove indaga sul sistema nervoso: in particolare sui neuroni sensitivi spinali, i centri pregangliari del sistema nervoso autonomo, sulla sostanza gelatinosa lombosacrale ricca di glicogeno, sull'embrione di pollo. A Terni si devono le prime dimostrazioni dell'esistenza in vivo dei condrioconti e dei corpi periidiosomici di cui dimostrò inoltre il comportamento tattico nella meiosi.

Nel 1924 Terni è Professore di Istologia ed Embriologia a Padova. Egli provvede alla modernizzazione delle strutture dell'Istituto e all'arricchimento di tutto l'apparato di ricerca; il Professore, con i suoi assistenti e gli allievi interni, partecipa attivamente a diversi Congressi. Egli sostiene con entusiasmo che da Chiarugi e Fusari l'Anatomia si è assicurata un posto d'onore nel campo di studio: passione ed attività hanno dato voce ed autorità nel concerto mondiale della Scienza. La citologia si è andata profondamente trasformando nel nostro secolo; il cambio tra ricerca citomorfologica ed indagine bioenergetica ha fatto maturare i risultati più fecondi e promettenti.

Nel 1931 Terni svolse una relazione sulla moderna morfologia del sistema nervoso autonomo. Egli vi afferma che il cantiere di quella morfologia è tutto un laborioso operare di varianti, di ritocchi, di prove. Nel 1933 divenne presidente della Società Medico Chirurgica di Padova "intenzionato a mantenere vivo il fuoco sacro che anima il cenacolo medico Chirurgico Patavino e a disciplinare la ricerca biomedica, l'indagine clinica ed equilibrare gli indirizzi nel campo della patologia e della terapia".

Dice Levi che Tullio Terni possedeva le doti del ricercatore di razza: onestà scientifica, obbiettività fino allo scrupolo, originalità nell'impostazione dei problemi e nella ricerca della tecnica, appassionato amore per la scienza. Esposizione sempre lucida scevra di analisi pedantesca che rende tanto tediose e pesanti le lezioni di molti morfologi.

I rapporti tra Terni e Levi non erano soltanto scientifici. Nel periodo torinese le loro famiglie si frequentavano assiduamente. Il maestro, come riferisce la figlia, muoveva allucinanti critiche all'allievo non solo perché trovava che era "enfant gaté dei salotti bene, un po’ dandy, un po’ poseur" (F. Vigliani) ma anche che stava sempre a ciucciottare con Paola e Mario di quadri, di teatro, di letteratura ed insieme dimostravano in continuità una complicità culturale maniaca con Proust. Altro fatto lo infuriava perché Terni perdeva tempo a dire sciempiaggini ed era pigro e non lavorava abbastanza. Infine criticava la sua simpatia o meglio la sua fede verso il fascismo che affermava anche nei congressi scientifici; nel 1937-38 in un Congresso nel Stati Uniti d'America aveva esaltato il volto dell'Italia fascista e così era stato definito al Congresso di Lisbona nel 1933: fascista come pochi.

Nel 1938 si giunse in Italia alla richiesta del censimento ebraico nelle Università e nelle Accademie da parte del Ministero della Pubblica Istruzione; e Terni venne sospeso dall'insegnamento per essere successivamente espulso dall'Università Patavina. Nel 1944 l'Accademia dei Lincei era stata ricostituita con decreto legislativo nazionale. Alla prima riunione ebbe a presentarsi il problema della radiazione fondata su ragioni razziali. Furono nominate in successione più commissioni; nell'ultima della serie era presente il socio Giuseppe Levi e in questa fu presa la decisione di radiare Terni. Poco dopo il Ministero aveva indicato all'Università di Padova la possibilità di reintegrare Terni nell'insegnamento; per telefono il Rettore gli disse: "Come Rettore ti dico di venire, ma come uomo ti sconsiglio di farlo" (F. Vigliani). Ciò avvenne nel 1946 e poco dopo Tullio Terni scomparve silenziosamente con l'aiuto di una fialetta di cianuro.

Tanto è stato detto sul comportamento del Prof. Levi nel confronto del Suo agire in commissione e non è tempo e luogo parlarne ancora in questa sede, se non citando le sue parole. In breve Levi dice che la scomparsa di uno studioso del valore di Terni non può che rammaricare ma ancor più lo rimpiange "chi come me fu a Lui legato da intima amicizia cementata da lunghi anni di collaborazione scientifica e di affinità spirituale".

Nel 1946 Levi scriveva ad Olivo: "il mio ritorno da Liegi fu conturbato dalla notizia che qui oggi appresi della morte del povero Terni; come Ella immagina rimasi estremamente scosso anche perché provo una punta di rimorso per non aver cercato di impedire la sua radiazione dall'Accademia dei Lincei: incidente di scarsa importanza ma che offese molto Terni perché si trovava in uno stato di spirito anormale".

Nella testimonianza della Levi Montalcini: "aveva saputo direttamente da Levi che Terni sarebbe stato radiato e Lui aveva ritenuto suo dovere proprio perché amico personale di Terni, di procedere nei suoi confronti come per tutti gli altri".

Nella quarta edizione del trattato di Istologia il Professore dice: "un triste destino ha voluto che mentre ero in procinto di licenziare per la stampa il quarto volume di questo libro sia venuto a mancare un mio caro amico ed è per questo che a lui rivolgo il mio pensiero in questo momento".
Ancora aggiunge: "Terni aveva reali doti di notevolissima intelligenza e di bontà; la scarsa simpatia di cui era circondato (è inutile nasconderlo, ed egli stesso se ne rendeva conto in fondo) dipendeva da lievi difetti esteriori che potevano sembrare insincerità, ma che in realtà non lo erano per chi come me lo conosceva a fondo. E per me personalmente è molto triste di veder scomparire a poco a poco i pochissimi amici che avevo".

A cura di Guido Filogamo