Stephen Jay Gould

(
1941
-
2002
)
Letto finora

Stephen Jay Gould

Geologo e zoologo, considerato uno dei divulgatori scientifici più prolifici ed influenti della sua generazione.

Stephen Jay GouldGould nacque a New York nel 1941. All'età di cinque anni suo padre, uno stenografo, lo portò a visitare il museo di storia naturale americano.Proprio quest'evento fece nascere in lui l'amore per le scienze naturali che coltivò lungo tutta l'infanzia e l'adolescenza.

Conseguì il diploma in geologia nel 1963 presso il College Antioch, quindi tornò a New York per conseguire il dottorato in paleontologia presso la Columbia University (1967).

Fu professore di geologia e zoologia all'università di Harvard, dove rivestì anche altre cariche. Infatti si guadagnò la reputazione del professore più versatile, tenendo corsi di palenotologia, biologia, geologia e storia della scienza. Gli ultimi anni della sua vita li passò tra l'Università della Columbia e Cambridge.

Gli studi empirici di Gould furono concentrati sui rettili e molluschi fossili trovati in Bermuda. Il suo più grande lavoro monografico, Ontogenesi e Filogenesi (1977), tratta, confutandola, la teoria dell'adattazionismo nella biologia dell'evoluzione.

Il suo secondo testo, The mismeasure of Man del 1981 (in italiano "Intelligenza e pregiudizio, contro i fondamentalismi scientifici del razzismo"), esamina la storia delle idee riguardanti la determinazione biologica dell'intelligenza.

Questi studi dimostrano l'abilità di Gould di coniugare un'attenta analisi storica e quelle che nel suo primo libro chiamò "escrescenze e digressioni barocche", su tutti i soggetti inerenti coinvolti nella sua rivalutazione critica dei fondamenti e delle moderne interpretazioni della teoria Darwiniana dell'evoluzione.

In Intelligenza e pregiudizio analizzò la genesi storica e le ampie implicazioni del determinismo biologico incentrandosi sulla questione della valutazione dei gruppi umani attraverso il parametro dell'intelligenza. Entrambi questi libri ebbero una grande accoglienza, e il secondo in particolare ricevette il Book Critics' Circle Award nel 1982.

Nel 1974, Gould iniziò a scrivere mensilmente nella rubrica "The View of Life" per la rivista Natural History, del museo americano di storia naturale. Le questioni affrontate rigurdavano tematiche come "Dimensione e forma", "Misurare l'intelligenza umana" e "Il problema della razza".

Nel giro di due anni questa rubrica divenne una serie molto popolare sulla divulgazione della storia naturale. Queste pubblicazioni da sole (che nell'arco di 25 anni sono state circa 280!) gli valsero i numerosissimi riconoscimenti che ricevette, in virtù del suo rinnovamento portato nella divulgazione scientifica: non più meramente didattica ma implicante un approccio critico ai dati delle scienze naturali.

Potrebbe venire la tentazione di pensare che la carriera di Gould si è mossa da studi tecnici, verso approfondimenti di ampi temi teorici, e infine verso la divulgazione scientifica, ma questo non è corretto. Infatti già nei primi testi, quando ancora non era laureato, l'influenza di un'analisi storica interdisciplinare era già fortemente presente.

Nel 1965, pubblicò un saggio intitolato "Is Uniformitarianism Necessary?", per l'American Journal of Science (no. 263, 1965 pagg. 223-28), in cui discute le basi del suo lavoro empirico che in seguito riguarderà l'analisi critica all'adattamento e all'uniformità della teoria dell'evoluzione neo-Darwiniana, e i suoi studi storici sulla scienza del Diciannovesimo secolo.

In particolare, la sua personale analisi critica della teoria dell'evoluzione emerse a cavallo del 1970 in una dozzina di recensioni su monografie riguardanti le idee sull'evoluzione umana di Friedrich Engels, e in alcuni articoli nelle riviste specialistiche American Journal of Science, Science, Journal of the History of Biology. Le tematiche trattate vennero raccolte nel 1989 nel suo testo di maggior successo: "Wonderful life. The Burgess Shale and the Nature of History" ("La vita meravigliosa. I fossili di Burgess e la natura della storia"), che vinse il Science Book Prize nel 1990.

Inoltre raccolse i suoi saggi in alcuni volumi, anch'essi di grande successo tra cui "The Panda's Thumb" (1980, "Il pollice del panda"), "Bully for Brontosaurus" (1991, "Bravo brontosauro"), e Dinosaur in a Haystack (1995).

La critica di Gould al paradigma darwiniano si fondò sulla nozione di "equilibrio puntuale" e nell'importanza della contingenza storica e di altri fattori nell'evoluzione, accanto ai meccanismi di adattamento all'ambiente esterno. La teoria dell'equilibrio puntuale, che formulò con il suo collega Niles Eldredge nel 1972, sostiene che la storia dell'evoluzione è rappresentata sostanzialmente da eventi relativamente rapidi di speciazione piuttosto che da graduali cambiamenti.

Molte specie per la maggior parte del tempo non si sono evolute in maniera radicale, piuttosto hanno fluttuato senza un preciso scopo. Gould considerò le drammatiche implicazioni delle sue interperpretazioni nella critica storica al modello di evoluzione graduale, che lui ritenne influenzati dai modelli politici e culturali del diciannovesimo secolo.

Ad esempio, sostenne che Charles Darwin non fu in grado di abbandonare questa teoria nonostante le contraddizioni che presentava con la sua teoria dell'evoluzione, e spesso si pose il problema di intervalli di non continuità tra i fossili trovati, a cui non era possibile dare una spiegazione immaginando l'evoluzione procedere per piccoli passi graduali.

La teoria dell'equilibrio puntuale e le sue implicazioni per la teoria darwiniana hanno stimolato una serie di dibattiti già negli anni settanta. Gould adottò una posizione opposta a quella ortodossa dell'evoluzione basata sull'adattamento a lungo termine e sulla selezione naturale.

Nei libri "Wonderful Life" e "Full House: The spread of Excellence from Plato to Darwin" (1996) descrisse e analizzò i fossili ritrovati da Charles Wallcott nel 1909 nel sito di Burghess, ponendo l'accento sull'importanza della statistica, e di come i reperti indicassero come le specie abbiano attraversato lunghi periodi senza cambiamenti, intervallati da radicali e veloci modificazioni.

Queste teorie sono poi state integrate nel Darwinismo contemporaneo, rendendo chiare proprio le lacune presenti nell'interpretazione dei dati di Darwin precedentemente fatte.

In realtà Gould, strenue oppositore del creazionismo, fece risalire i cambiamenti ad eventi inattesi e drammatici in grado di generare o di far estinguere delle specie, come ad esempio dei grandi mutamenti climatici, o la caduta di un meteorite.

Descrisse questa teoria paragonando l'evoluzione ad un prato con dei cespugli: ogni evento drammatico rappresenterebbe un cespuglio, e ad esso seguirebbero dei periodi in cui le specie proliferano e si differenziano, finchè un nuovo evento critico non ne detta una riorganizzazione. Questa teoria pone in luce una questione molto importante: secondo Gould infatti l'esistenza di determinate specie, piuttosto che di altre, è legata esclusivamente al caso.

Questo implica che la nostra specie, l'Homo sapiens, non è il prodotto di un'evoluzione migliorativa, ma il risultato di una serie di condizioni favorevoli che gli hanno permesso di perpetuarsi attraverso i millenni.

Con centinaia di testi e saggi cercò di rendere noti questi concetti al grande pubblico, riuscendoci grazie anche all'originalità dei suoi lavori, in cui spesso trattò di eventi quotidiani, come il baseball o musica, usandoli come punto di partenza per descrivere i misteri della vita a cui la scienza tentava di dare un'interpretazione.

A cura di Marika De Acetis