Samuel David Camillo Olivetti

(
1868
-
1943
)
Letto finora

Samuel David Camillo Olivetti

Ingegnere, fondatore a Ivrea della prima azienda italiana di macchine per scrivere.

Samuel David Camillo OlivettiNasce a Ivrea il 13 agosto del 1868.

Si laurea in ingegneria industriale alla fine del 1891 al Regio Museo Industriale di Torino (il futuro Politecnico) e, fra gli altri, ha come docente Galileo Ferraris. Dopo la laurea prosegue gli studi a Londra - dove lavora anche in fabbrica - e aderisce al partito socialista. Si interessa particolarmente alle riforme istituzionali democratiche, al federalismo, alle autonomie locali.

Nel 1893 si reca con Galileo Ferraris ad un "Congresso sull'elettricità" a Chicago.

Frequenta corsi di fisica all'Università di Stanford e diventa assistente di ingegneria elettrica..

Nel 1894 fonda a Ivrea, con i due soci Dino Gatta e Michele Ferrero, la C.G.S. (Centimetro, Grammo, Secondo), una piccola fabbrica che produce strumenti di misura elettrici, trasferita nel 1903 a Milano.

Nel 1907 torna ad Ivrea dove, il 29 ottobre dell'anno seguente, fonda la "Ing. C. Olivetti e C.", la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. È lo stesso Camillo ad addestrare la ventina di dipendenti che lavorano per lui, con dei corsi che tiene nella sua casa del "Convento".

Rispettivamente nel 1922 e nel 1926, costituisce prima la fonderia e poi la O.M.O. (Officina Meccanica Olivetti).

Nel 1927, commemorando Giuseppe Ravizza, ne elogia l'invenzione, il "cembalo scrivano", una prima rudimentale macchina per scrivere.

Riformatore, socialista e amico di Turati, nel 1932 istituisce una fondazione per garantire assistenza e indennità ai suoi operai. Successivamente offrirà ai suoi dipendenti anche mense, asili, campi estivi, biblioteca, case, ecc. Iniziative queste particolarmente innovative e praticamente senza precedenti in Italia.

Nel 1938 cede la presidenza dell'azienda al figlio Adriano, mantenendo la direzione solo della O.M.O.

È contrario al fascismo. Durante la seconda guerra mondiale scrive e pubblica clandestinamente un opuscolo in cui si propongono riforme sociali, industriali ed economico-finanziarie. Dopo l'8 settembre 1943, con l'arrivo delle truppe naziste a Ivrea, è costretto a rifugiarsi nel biellese, mentre il figlio Adriano viene arrestato e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, da cui uscirà nel dicembre dello stesso anno.

Camillo Olivetti muore in ospedale a Biella il 4 dicembre del 1943.

A cura di Silvia Infusino