Galileo Ferraris
Elettrotecnico, studiò i motori a correnti alternate e fondò a Torino la prima scuola italiana per ingegneri elettrotecnici.
Da quasi un secolo la vita delle società umane è basata su due oggetti: il primo consente la trasmissione via fili d’energia elettrica a distanze anche continentali, il secondo è un dispositivo che trasforma quest’energia elettrica in un’energia meccanica. Il primo oggetto è il
Galileo Ferraris nacque il 30 ottobre 1847 a Livorno Vercellese (poi, dopo l’Unità, Livorno di Piemonte e oggi Livorno Ferraris), una cittadina del Piemonte orientale, in provincia di Vercelli, dove suo padre gestiva la farmacia. Rimasto orfano di madre in tenerissima età, Galileo fu ospitato a Torino da uno zio medico, dove seguì un corso regolare di studi in un ginnasio-liceo che oggi diremmo classico; continuò gli studi all’Università, laureandosi in ingegneria, a soli ventidue anni, con una tesi che verteva, ed è un presagio, sulla trasmissione a distanza di energia; si trattava di un macchinoso sistema di funi, ma altro non era concepibile verso il 1870. I trasformatori e i motori con induzione troveranno infatti la loro espressione scientifica o la loro origine a Torino, per opera di Galileo Ferraris.
Ferraris abbracciò la carriera accademica, come docente di Fisica Tecnica presso il Regio Museo Industriale di Torino. Intensa la partecipazione del Ferraris anche alla vita della città. Fu a lungo assessore municipale, s’interessò di musica, ma soprattutto svolse un’intensissima attività di didatta e di ricercatore che culminò con la costituzione di una scuola per l’insegnamento dell’elettricità. Si tratta della prima struttura organicamente costituita in Italia e tra le prime del mondo. La sua scuola venne frequentata anche da funzionari delle varie Amministrazioni del nuovo Paese che si formava, inviati a Torino per apprendere la nuova disciplina.
Per opera del Ferraris l’Esposizione internazionale svoltasi a Torino nel 1884 fu estesa all’elettrotecnica. A distanza di oltre un secolo, le equazioni usate nelle facoltà di ingegneria di tutto il mondo e i simboli usati sono ancora quelli utilizzati dal Nostro nei suoi corsi al Regio Museo e illustrati nelle sue Memorie presentate all’Accademia delle Scienze di Torino.
Con questi dispositivi, nell’ottobre del 1884, Ferraris organizzò, tra Torino e Lanzo, la prima dimostrazione al mondo di trasmissione a distanza di energia elettrica alternata, seguendo un principio che é tuttora adottato. La dimostrazione avvenne alla presenza di una commissione internazionale.
Rilevante, per le innumerevoli applicazioni pratiche, anche l’altra innovazione del Ferraris, il motore ad induzione. I motori derivati dal motore con induzione ideato da Galileo Ferraris, possono facilmente ammontare ad alcune decine per appartamento: in ogni lavapanni ce ne sono tre, uno per la girante, un secondo per la pompa che svuota la vasca, il terzo per il cosiddetto timer, il motore che scandisce le varie fasi del funzionamento di tutta la macchina, altri tre in una lavastoviglie, da due a tre in un frigorifero ed uno nel phon, due o tre nel registratore, uno nel macinacaffè od in un ventilatore, per finire ad uno in cantina, il contatore di energia elettrica ed un altro in cortile per l’apricancello. Queste macchine si attivano girando in interruttore e non consumano e non sporcano quando sono ferme.
Uomo schivo e credente nella missione del dotto, Ferraris mai volle trasformare in brevetti le sue idee proprio negl’anni nei quali stava nascendo in tutta Europa e negli Stati Uniti una poderosa industria elettrotecnica: «gli altri facciano i denari, a me basta quel che mi spetta: il nome».
Ferraris morì nel 1897, a meno di cinquanta anni di età, ancora troppo giovane per poter aver costituito e avviato una istituzione, degna delle sue fatiche e del suo impegno. La scuola comunque era stata costituita formalmente tra il 1886 e il 1888, con il nome di Scuola con Laboratorio di Elettrotecnica nell’ambito del Regio Museo Industriale.
Il nome di Galileo Ferraris fu assegnato nel 1932 ad un istituto di ricerche formato in Torino, con il nome di Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris, trasformando l’istituzione che sarebbe dovuto divenire il laboratorio Ricerca della SIP (Società Idroelettrica Piemonte). Questo Istituto costituì, sotto la guida del Vallauri, la culla delle scienze elettrotecniche poi elettroniche in Italia.