Pasquale D'Ercole
Nell’ateneo torinese tenne la cattedra di Filosofia teoretica dal 1878 al 1914.
Nato a Spinazzola (Bari) il 23 dicembre 1831, nel ’49 si trasferì a Napoli per iscriversi nella Facoltà di Legge. A Napoli si avvicinò ad Augusto Vera e fu discepolo di Basilio Puoti e di Francesco De Sanctis. Dieci anni dopo, nel 1859, si recò per un corso di perfezionamento a Berlino, dove aderì ai gruppi hegeliani; nel ’60 entrò a far parte della Società filosofica di Berlino.
In Germania pubblicò la sua prima opera, L’intuito e la riflessione di V. Gioberti ed il saggio Esposizione ed esame della critica della scienza del prof. B. Mazzarella. Nel ’62 fu nominato professore di filosofia teoretica nell’università di Pavia, nel 1878, si trasferì a Torino, dove insegnò Filosofia teoretica e anche Filosofia morale. Si spense a Torino all’inizio del 1917.
Tra le sue opere: Alcune proposte di riforma nella istruzione secondaria (Pavia, 1874); La pena di morte e la sua abolizione dichiarate teoricamente e storicamente secondo la filosofia hegeliana (Milano, 1875); La morale dei positivisti di Roberto Ardigò (Roma, 1881); L'educazione del bambino secondo Pestalozzi, Frobel e Spencer (Roma, 1886); Carlo Lodovico Michelet e l'hegelianismo (Roma, 1894); L'essere evolutivo finale come tentamento di una nuova concezione ed orientazione del pensiero filosofico uscente dall'hegelianismo (Modena, 1910); La logica aristotelica, la logica kantiana ed hegeliana e la logica matematica, con accenno alla logica indiana (Torino, 1912); L'antico Egitto e la Caldea come precursori dell'ebraismo e del cristianesimo in morale e in religione (Bologna, 1913).
A cura di M.F.