Giuseppe Timermans

(
1824
-
1873
)
Letto finora

Giuseppe Timermans

Medico, fu nominato dal Re professore ordinario di Patologia Speciale Medica e Direttore della Clinica Medica.

Giuseppe TimermansGiuseppe Timermans nacque a Torino nel 1824, da famiglia di origine fiamminga. Si iscrisse alla Facoltà di Medicina e si laureò nel 1844. Modesto medico pratico, si dedicò per sette anni ai poveri di Torino come medico municipale. Nel 1852 divenne però Assistente nella Clinica Medica, dopo avere svolto attività come medico ospedaliero per breve tempo.

I titolari della Clinica Medica erano allora due, e cioè Giacinto Sachero e Lorenzo Girola. Nel 1854 Timermans divenne dottore aggregato. Nel 1865 Timermans venne nominato dal Re professore ordinario di Patologia Speciale Medica e Direttore della Clinica Medica. Aveva come collega Lorenzo Girola, che all'epoca era anche Preside.

Con la venuta a Torino di Jakob Moleschott, il fisiologo materialista, Timermans, che era stato allevato nel più stretto vitalismo, rimase affascinato dalla personalità e dalle dottrine del nuovo venuto, del quale seguiva le lezioni con assiduità. Si convertì quindi al positivismo e collaborò con Moleschott ai tentativi per riformare le dottrine e gli insegnamenti impartiti nella Facoltà. Col 1864 costituì l'Istituto Clinico Medico, concepito con criteri del tutto nuovi, fornito di un laboratorio di ricerca e di un ambulatorio, di aulette per lezioni e seminari.

Nel 1871 venne nominato Rettore e cercò di estendere all'Università i nuovi principi. Fu artefice con Moleschott, del concorso di Patologia Generale, che doveva vedere la vittoria di Giulio Bizzozero. Fu addirittura commissario nel concorso, e aiutò poi il giovane nuovo venuto, concedendogli due stanze nell'Istituto Accademico, in modo che egli non potesse sospendere le sue ricerche. Morì però, durante il suo mandato rettorale, a soli 49 anni, nel 1873.

L'Università riconobbe i suoi meriti e lo ricordò con un monumento, ancora oggi situato nel grande scalone di accesso all'Aula Magna del Palazzo Universitario.

A cura di M.U. Dianzani