Beppo Levi
La produzione scientifica di Beppo Levi tocca i settori della logica, della geometria algebrica e dell’analisi.
Fratello maggiore di Eugenio Elia, nasce a Torino il 14 maggio 1875 e si laurea in Matematica all’Ateneo torinese nel 1896 con una tesi, sotto la guida di Corrado Segre, sulle singolarità superiori delle curve algebriche sghembe, sviluppata poi in una memoria edita all’Accademia delle Scienze di Torino nel 1898. è assistente di Segre dal 1896 al 1899 e si dedica con successo, oltre che alla geometria algebrica, all’analisi matematica e alla critica dei principi, campi nei quali emerge l’influenza dell’altro suo celebre maestro, Giuseppe Peano.
Dopo un periodo di insegnamento nelle scuole secondarie, diventa nel 1906 professore di Geometria proiettiva all’Università di Cagliari, poi di Analisi matematica a Parma e a Bologna. Le nefaste leggi razziali del 1938 lo costringono a emigrare in Argentina a Rosario, dove insegna all’Università del Litoral corsi di analisi, di geometria e di meccanica e dirige la rivista «Mathematicae Notae». Morirà a Rosario il 28 agosto 1961.
La produzione scientifica di Beppo Levi tocca i settori della logica, della geometria algebrica e dell’analisi. Egli è considerato fra i primi ad aver formulato in modo esplicito e preciso nel 1902, l’assioma di scelta di E. Zermelo, pur non accettandolo, probabilmente sotto l’influsso di Peano. Nel 1908 inventa una nuova antinomia relativa alla lunghezza delle definizioni, che risulta una versione matematica dell’antinomia di Berry, riscoperta e valorizzata di recente in ambito informatico. Si occupa inoltre di teoria degli insiemi, contribuendo con H. Lebesgue alla chiarificazione di alcuni concetti topologici, quali quello degli insiemi di prima categoria e della proprietà di Baire.
Nelle ricerche di geometria algebrica studia il modo di trasformarsi di un punto singolare di una superficie algebrica dello spazio ordinario per una successione di trasformazioni e amplia la sua tesi di laurea sulle varietà delle corde di curve algebriche.
Fra i contributi più importanti nel campo dell’analisi si ricorda la memoria sul principio di Dirichlet, le note del 1906 sull’integrazione secondo Lebesgue e i trattati Introduzione all’analisi matematica e Analisi algebrica ed infinitesimale.
A cura di C.S. Roero