Paola Zancani Montuoro

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1901
-
1987
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Letto finora

Paola Zancani Montuoro

Archeologa di fama internazionale, ha scoperto il tempio di Hera Argiva, insieme al collega Umberto Zanotti Bianco.

Paola Zancani Montuoro Archeologa di fama internazionale, ha scoperto il tempio di Hera Argiva, insieme a Umberto Zanotti Bianco.

Paola Zancani Montuoro ( Napoli 1901 – Sant'Agnello 1987) ha la fortuna di nascere in un ambiente colto e aperto, in una famiglia culturalmente vivace che frequenta va la Napoli dei circoli colti di Benedetto Croce dove, soprattutto durante il periodo fascista, si incontravano intellettuali, artisti e spiriti liberi. La sua passione per gli studi classici la porta a iscriversi alla facoltà di Lettere presso l'Università di Napoli, dove si laurea con lode nel 1923 con una tesi su "L'origine della decorazione frontonale nei templi greci".

Nel 1927, dopo il matrimonio con il collega Domenico Zancani, decide di frequentare la prestigiosa Scuola archeologica italiana di Atene.
La morte del marito, avvenuta precocemente a causa di una violenta forma di tifo, durante il periodo trascorso insieme ad Atene, lascia Zancani Montuoro (come si è sempre firmata dopo il matrimonio) in una grande afflizione, tanto che fatica a riprendere le sue ricerche e interrompe la produzione scientifica fino al 1931.
In seguito, riesce a recuperare il suo interesse per l'archeologia, dedicandosi prevalentemente alla continuazione del lavoro iniziato dal marito sui Pinakes di Locri, sottili tavolette votive in terracotta risalenti al V secolo a.C.; analizzate e classificate da Zancani Montuoro, sono oggi il nucleo espositivo dei musei archeologici di Reggio Calabria e Locri.

Molte le sue collaborazioni, tra le più importanti ricordiamo quella con la Società Magna Grecia, fondata nel 1920 dal filantropo e antifascista Umberto Zanotti Bianco, con lo scopo di raccogliere fondi per la promozione di indagini archeologiche e per preservare e ampliare i musei nell'Italia Meridionale. Grazie a questa collaborazione e alla capacità critica e indipendente di ricercatrice, Zancani Montuoro realizza una ricerca sulla provenienza della statua "La Persefone in trono" , capolavoro della scultura greca, (480 a. C.) che era stata trafugata dall'Italia e portata, nei primi decenni del '900, al Museo Statale di Berlino senza "dati anagrafici".

Il nome di Paola Zancani Montuoro è legato, insieme a quello di Umberto Zanotti Bianco, alla scoperta del tempio di Hera Argiva, un antico santuario della Magna Grecia dedicato alla dea Era , situato originariamente alla foce del fiume Sele, vicino la città greca di Poseidonia, la romana Paestum. Secondo la leggenda, il tempio sarebbe stato eretto da Giasone e dagli Argonauti nel viaggio di ritorno dopo la conquista del vello d'oro.
Già nel 1926, d iscostandosi dall'idea prevalente degli archeologi dell'epoca, grazie alla sua intuizione e allo studio dei testi di Strabone e Plinio il Vecchio, Zanconi Montuoro scopre l'ubicazione del tempio dedicato a Hera Argiva, ma solo nel 1934, insieme al collega Umberto Zanotti Bianco, riesce ad individuarlo scavando tra gli acquitrini del fiume Sele. Vengono alla luce splendide metope (pannelli di pietra figurati) scolpite nell'arenaria locale (inizio del VI secolo a.C.) e raffiguranti episodi del mito e dell'epica greca.
La scoperta, che ancora oggi costituisce uno dei più grandi e ricchi complessi figurativi lapidei dell'Occidente antico, ha aperto nuovi orizzonti e portato importanti novità in una delle aree archeologiche più significative della Magna Grecia.
Le metope sono oggi collocate nel Museo archeologico nazionale di Paestum.

Intorno agli anni '60, Montuoro prosegue il lavoro di ricerca che il collega Umberto Zanotti Bianco aveva dovuto abbandonare per mancanza di fondi: gli scavi del sito dell'antica Sibari, una delle più ricche e importanti città greche della Magna Grecia. Grazie alle sottoscrizioni private raccolte dalla società Magna Grecia, su incarico della soprintendenza calabrese, Zancani Montuoro inizia gli scavi nei pressi di Francavilla Marittima e incomincia il recupero di reperti archeologici relativi a un ampio arco cronologico.
I reperti rinvenuti durante gli scavi proseguiti nel corso di decennali indagini archeologiche, sono conservati nel Museo archeologico nazionale della Sibaritide.

Molti gli articoli e le opere scritti dall'archeologa, tra cui gli studi su Prassitele e sulle monete dell'antica Sicilia e Heràion alla foce del Sele ( 4 voll., 195 1 -54 ).
È stata membro di prestigiose accademie: membro delle Deputazioni di storia patria per la Calabria e per la Lucania e uno dei 40 honorary members della Hellenic Society di Londra; socia corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei nel 1947 e socia nazionale nel 1956; membro dell'Accademia di archeologia, lettere e belle arti di Napoli (presidente nel 1969), della Pontificia Accademia romana di archeologia, dell'Istituto archeologico germanico e della British Academy (che le conferì, nel 1966, la "Arthur Serena medal").

Ha sempre incoraggiato i giovani studiosi e ricercatori, cogliendo l'importanza della trasmissione delle proprie competenze e scoperte alle generazioni future e per questo motivo ha tenuto diverse conferenze e cicli di lezioni in Istituti superiori di cultura europei e americani.
Grazie al riconoscimento del suo lavoro a livello internazionale, n el 1971 è stata rappresentante italiana nel comitato redazionale che ha dato origine al Lexicon iconographicum mythologiae classicae , un lessico illustrato sui miti antichi, finalizzato alla catalogazione e allo studio delle rappresentazioni iconografiche di miti e leggende greche, etrusche e romane.

Numerosi i suoi interessi: oltre all'archeologia, amava la natura, il mare, il teatro e soggiornare a Sant'Agnello nella tenuta di famiglia "Il Pizzo", dove si è spenta nel 1987, all'età di 86 anni.

FONTI

 

(* Immagine tratta da Con-fine)