Luigi Salvatorelli

(
1886
-
1974
)
Letto finora

Luigi Salvatorelli

Storico e pubblicista, assunse nel 1921 la condirezione di "La Stampa", dalla quale fu allontanato qualche anno dopo per il suo atteggiamento antifascista. Si occupò dei temi e dei periodi più diversi operando al di fuori dell’ambiente universitario.

Luigi SalvatorelliNato a Marsciano, Perugina, nel 1886, fin da giovanissimo, come egli stesso ebbe a ricordare, manifestò un'insaziabile curiosità sia per il passato sia per gli avvenimenti contemporanei. Negli anni universitari si orientò - è ancora Salvatorelli a farcelo sapere - verso "il campo ecclesiastico-religioso", ma nel 1907 si laureò in Filologia romanza con Ernesto Monaci presso l'Università di Roma.

Vincitore nel 1915 del concorso in Storia del cristianesimo (primo della terna dei vincitori risultò Ernesto Buonaiuti, esponente di spicco del modernismo, un movimento cui Salvatorelli guardava con simpatia), fu professore all'Università di Napoli. Ben presto, tuttavia, iniziò l'attività di giornalista politico (1919), che lo spinse a lasciare la cattedra - la sua carriera universitaria si chiuse per sempre - e a trasferirsi a Torino, dove nel 1921 divenne condirettore di "La Stampa". Intanto aveva assunto - sono sue parole di circa quarant'anni dopo - "una posizione di democrazia liberale e sociale che non ho più abbandonato". Collaboratore di "La rivoluzione liberale" di Gobetti, proprio presso la casa editrice di Gobetti pubblicò nel 1923 la raccolta di articoli Nazionalfascismo. Il suo antifascismo si espresse anche in Irrealtà nazionalista del 1925.

Allontanato d'autorità da "La Stampa" nel medesimo anno, si diede a un fervido lavoro di studioso. In conformità ai suoi interessi per la storia del cristianesimo pubblicò Vita di san Francesco d’Assisi (1926) e San Benedetto e l’Italia del suo tempo (1929). Agli aspetti religiosi prestò grande attenzione in Costantino il grande (1929) e in L’Italia comunale (1940). Vari furono i problemi e i periodi di cui si occupò privilegiando l'Ottocento e l'età contemporanea. Non mancarono ampie opere d'insieme, quali Sommario della storia d'Italia dai tempi preistorici ai nostri giorni (1938), Storia d'Europa dal 1871 al 1914 (2 voll., 1940), Profilo della storia d’Europa (1942). Salvatorelli divenne uno degli autori più prestigiosi della casa editrice Einaudi, per i cui tipi apparvero, oltre al Sommario e al Profilo citati sopra, due suoi libri fondamentali: Storia del pensiero politico italiano dal 1700 al 1870 (1935) e Pensiero e azione del Risorgimento (1943), entrambi frequentemente rielaborati.

Membro del Partito d’Azione, costituitosi clandestinamente nel 1942, fu ostilissimo alla monarchia sabauda, complice e sostenitrice del fascismo, e contro di essa sferrò un violento attacco in Casa Savoia nella storia d’Italia (1945), ripubblicato con molte attenuazioni in Miti e storia del 1964. Nell'abbondante produzione storiografica - affiancata a un'instancabile attività di commentatore politico - che dalla caduta del fascismo giunge alla scomparsa dell'autore si segnalano: Leggenda e realtà di Napoleone (1944, nuova ed. 1960); La rivoluzione europea, 1848-1849 (1949); Storia d’Italia nel periodo fascista (1956, in collaborazione con Giovanni Mira); Storia del Novecento (1957); Spiriti e figure del Risorgimento (1961).
Morì a Roma nel 1974.

A cura di L. Guerci