Leonhard Euler (Eulero)

(
1707
-
1783
)
Letto finora

Leonhard Euler (Eulero)

Matematico, cruciali i suoi contributi dall'analisi infinitesimale alle funzioni speciali, dalla meccanica razionale alla teoria dei numeri e dei grafi.

Leonhard EulerLeonhard Euler (Eulero in Italia) è nato a Basilea il 15 aprile 1707. Due mogli, tanti figli e un nugolo di nipoti: una serena vita familiare, quella di Eulero. Visse tra Pietroburgo, alla corte di Caterina la Grande, e Berlino, al servizio di Federico il Grande. "Figura chiave della matematica del Settecento, il più grande fisico teorico del secolo, l'uomo che dovrebbe essere accostato ad Archimede, Newton e Gauss" - scrive di lui lo storico della matematica Morris Kline.

"Eulero calcolava senza sforzo apparente, così come gli uomini respirano o le aquile si librano nel vento" - disse di lui Francois Arago, l’accademico di Francia che lo definì l'"Incarnazione dell'Analisi".

Per il divertimento e l’istruzione di figli e nipoti proponeva problemi e realizzava piccoli esperimenti di fisica che dimostravano anche la sua grande capacità divulgativa, confermata innanzitutto da un suo curioso libretto, molto popolare, tradotto in sette lingue, Lettere a una principessa tedesca, scritto per insegnare le nozioni fondamentali della fisica e della matematica alla principessa Johanna Charlotte di Anhalt-Dessau, nipote di Federico il Grande.

Eulero entrò all’Università di Basilea nel 1720, all’età di 14 anni, ed ebbe la fortuna di conoscere il celebre matematico Johann Bernoulli che lo aiutò nei suoi studi, come scrive Eulero stesso nei suoi scritti autobiografici: “Trovai l’occasione per essere presentato a Johann Bernoulli, il quale, per la verità era molto impegnato e rifiutò di darmi lezioni private, ma mi diede molti consigli sui libri di matematica che dovevo leggere e studiare. Quando incontravo qualche difficoltà ero autorizzato a fargli visita ogni domenica pomeriggio ed egli gentilmente mi spiegava tutto quello che non avevo capito”.

Eulero, a vent'anni, si trasferì a Pietroburgo e non ritornò mai più in Svizzera. Fu prima matematico al servizio della Grande Caterina, imperatrice di Russia e poi, come abbiamo detto, per venticinque anni alla corte berlinese di Federico il Grande, dove gli succederà il matematico torinese Lagrange. Ottenuta una sistemazione anche economicamente decorosa, decise di sposarsi con Katharina Gsell, figlia di un pittore svizzero, in quel periodo direttore dell’Accademia di pittura di San Pietroburgo, dalla quale ebbe tredici figli, dei quali però soltanto cinque sopravvissero all’infanzia.

Eulero confessò di aver fatto le sue più importanti scoperte matematiche mentre aveva un bambino tra le braccia, e altri marmocchi che ruzzolavano ai suoi piedi. Poco salottiero e tutt'altro che brillante, non piaceva molto a Federico il Grande, che lo soprannominò il "mio ciclope matematico". Eulero infatti aveva perso l'occhio destro a trent'anni, sembra per l'impegno eccessivo nel suo lavoro.

Nel 1766 venne nominato direttore dell'Accademia a Pietroburgo, e qui, dopo breve tempo, una cataratta all'occhio ancora sano lo portò alla cecità completa, ma questo non fermò il suo lavoro che continuò con l'aiuto dei figli. La sua memoria era eccezionale e gli consentiva di avere ben presenti le pagine che andava dettando. Eulero ricordava a memoria tutte le più importanti formule matematiche, i quadrati, i cubi e le potenze quarte, quinte e seste dei primi cento numeri, oltre a centinaia di poesie e all'interaEneide.

Il 7 settembre 1783, Eulero iniziò la sua giornata come al solito, con una lezione di matematica a uno dei suoi tanti nipoti e proseguì discutendo con alcuni amici le novità del giorno, gli esperimenti dei fratelli Montgolfier e la scoperta di Urano. Alle cinque del pomeriggio, colpito da emorragia cerebrale, ebbe appena il tempo di mormorare “sto morendo” prima di perdere coscienza. Poche ore dopo, come disse il marchese di Condorcet nell'orazione funebre, "cessò di calcolare e di vivere".

Il grande merito di Eulero è stato quello di aver saputo sistemare e collegare campi ai suoi tempi separati della matematica, utilizzando in modo geniale le risorse della geometria, dell’algebra e dell’analisi, per arrivare a risultati straordinari. Già ai suoi tempi godeva di un enorme prestigio, testimoniato da una celebre frase di Laplace: “Leggete Eulero. Leggete Eulero. Egli è il maestro di tutti noi”.

E’ stato probabilmente il matematico più prolifico: la sua opera omnia comprende 74 volumi dedicati non solo alla matematica, ma anche alla meccanica, all'astronomia e ancora all'ottica, all'acustica, alla termologia, all’elettricità e al magnetismo.

Per cinquant’anni, dopo la sua morte, l’Accademia di Pietroburgo continuò a pubblicare suoi lavori inediti. Alcune delle sue opere rimangono fondamentali, come laMeccanica, la prima opera nella quale venga sistematicamente applicata l'analisi alla meccanica e l’Introductio in analysin infinitorum, l’opera con la quale, possiamo dire, inizia l’analisi matematica come studio, secondo Eulero, delle funzioni.

Fra i tanti meriti di Eulero, ricordiamo l’introduzione di simboli usati oggi da tutti gli studenti quali π, e per base dei logaritmi naturali, f(x) per la funzione di x, il simbolo Σ per indicare una sommatoria, e i per indicare il numero il cui quadrato è uguale a -1.

A cura di Redazione Torinoscienza - Federico Peiretti