Jacques de Vaucanson

(
1709
-
1782
)
Letto finora

Jacques de Vaucanson

Geniale e avventuroso inventore francese, celebre per la creazione e la costruzione di numerosi complessi automi.

Jacques de VaucansonNato a Grenoble il 24 febbraio del 1709 da una famiglia della piccola nobiltà delfinatese, nel 1735 giunse a Parigi per approfondire la sua preparazione scientifica. Ben presto però dovette far fronte a ristrettezze economiche, da cui pensò di uscire con la costruzione di automi da esibire al pubblico.

Vedendo una statua di Antoine Coysevox nei giardini delle Tuileries gli venne in mente di riprodurla dotandola di movimento: ed infatti il "flautista" di Vaucanson presenta una certa somiglianza con il "Fauno" di Coysevox.

Con ben maggiore precisione sono invece documentate le vessazioni cui gli usurai sottoposero l’inventore, che aveva dovuto farsi prestare il danaro per finanziare i suoi automi (In Losano - 1990 , p. 86). La vita avventurosa dell’inventore era però appena agli inizi: in una lettera-supplica indirizzata direttamente al re egli narra delle sue vicende e delle sue invenzioni lamentando le malvessazioni subite dagli usurai.

La supplica viene accolta e da quel momento egli ebbe modo di dedicarsi alla costruzione e allo sfruttamento dei suoi automi o "anatomies mouvantes", anatomie mobili, come egli definiva le sue creazioni che, già all’epoca si presume annoverassero la celebre anatra.

Egli divenne ben presto il più grande costruttore di automi e veniva conteso dai sovrani di mezza Europa, mentre persino Voltaire componeva dei versi per lodarne la grandezza. Rifiutando l’invito di Federico II di Prussia, che lo avrebbe voluto tra i membri della sua Accademia delle Scienze appena fondata, rimase in patria e fu nominato ispettore dei setifici, impegnandosi da un lato nella riorganizzazione dell’industria serica francese sul modello piemontese con un nuovo insieme di norme che sostituissero il codice municipale; dall’altro, in ambito tecnico, con la costruzione di un telaio automatico per la tessitura che contribuì a gettare le basi della supremazia francese nell’industria tessile.

A cura di Redazione Torinoscienza - Luciano Celi