Italo Pizzi
A Torino fu professore straordinario di Lingua e Letteratura Persiana nel 1887 e ordinario di Persiano e Sanscrito nel 1899. Nel 1893 ottenne l’incarico di Lingue Semitiche che tenne fino al 1910.
Italo Pizzi (Parma 1849 - Torino 1920), laureatosi a Pisa nel 1871, dopo essere stato aiuto bibliotecario alla Laurenziana di Firenze si trasferì a Torino, dove fu nominato professore straordinario di Lingua e Letteratura Persiana nel 1887 e ordinario di Persiano e Sanscrito nel 1899. Nel 1893 ottenne l’incarico di Lingue Semitiche che tenne fino al 1910. Laureato honoris causa dall’Università di Lovanio, fu membro della Reale Accademia delle Scienze di Torino.
I suoi lavori spaziano dall’iranistica (traduzione integrale del Libro dei Re di Firdusi , 1866-1888; Zarath ustra : l’Avesta tradotto, premessavi una introduzione storico-letteraria , Milano 1914; Saadi, il Golestan o Roseto, tradotto dal persiano , Lanciano 1917) alla linguistica norrena ("Il canto di Völundr, tradotto dallo scandinavo antico", in "Gazzetta Letteraria" 1893) e semitica ( Manuale della lingua araba , Firenze 1914).
Ha contribuito in modo significativo anche nel settore dell’indologia, come attestano diverse opere, fra le quali vanno ricordate Le favole indiane di Visnuarma , Panciatantra (Torino 1896), Grammatica elementare della lingua sanscrita con temi, antologia e vocabolario (Torino 1897) e "L’avventura di Vivamitra, episodio del Ramayana, tradotto dal sanscrito", in Acropoli, Firenze 1911).
Particolarmente meritorio "Il riconoscimento dei manoscritti arabi, persiani, turchi, ebraici della R. Biblioteca Universitaria di Torino dopo l’incendio del 26 gennaio 1904", in "Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino", vol. XXXIX.
A cura di Fabrizio A. Pennacchietti