Giuseppe Martinetti

(
1872
-
1943
)
Letto finora

Giuseppe Martinetti

Filosofo piemontese, insegnò filosofia teoretica a Milano. Punto di riferimento dell’opposizione morale e intellettuale al fascismo.

Giuseppe MartinettiNato a Pont Canavese (Torino) il 21 agosto 1872, fece gli studi nel liceo di Ivrea e si laureò in Filosofia nell'Università di Torino nel luglio 1893. Dopo un periodo di perfezionamento a Lipsia, non ancora trentenne, divenne professore di filosofia al Liceo Alfieri di Torino. Non fu mai professore nell’Università torinese: dal 1906 al 1931 insegnò sempre a Milano, prima all'Accademia scientifico-letteraria, poi nella Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università statale. Si oppose coraggiosamente al fascismo; nel ’31 lasciò la cattedra di filosofia teoretica per non ottemperare al giuramento richiesto di fedeltà al regime e si ritirò a Castellamonte, nel Canavese. Arrestato il 15 maggio 1935, trascorse alcuni giorni nelle carceri Nuove di Torino. Lasciato l’insegnamento, continuò a tenere i contatti con il mondo culturale attraverso Gioele Solari. Per oltre quindici anni, dal 1927 alla morte, è stato la guida e l’ispiratore della «Rivista di filosofia».

Opere principali: Il sistema Sankhya, Studio sulla filosofia indiana (1896); Introduzione alla metafisica (1902-04); Il compito della filosofia nell’ora presente (1920); Breviario spirituale (1923); La libertà (1928); Gesù Cristo e il Cristianesimo (1934); Ragione e fede (1942); Kant (1943).

Si spense a Cuorgné (Torino) il 2 marzo 1943.

A cura di M.F.

Tags: