Francesco Siacci
La produzione scientifica di Siacci è rivolta alla meccanica analitica, alla meccanica dei corpi rigidi, ai fondamenti e ai principi della meccanica razionale e soprattutto alla balistica di cui è considerato uno dei fondatori.
Nato a Roma il 20 aprile 1839, Francesco Siacci muore a Napoli il 31 maggio 1907.
Compiuti gli studi universitari a Roma, consegue nel 1860 la laurea ad honorem nelle Matematiche e spinto da forti ideali patriottici nel 1861 si trasferisce a Torino. Qui entra nell'esercito e partecipa nel 1866 alla terza guerra d'indipendenza. Professore di Balistica alla Scuola di Applicazione d'Artiglieria e Genio, tiene all'Università, prima per incarico e dal 1879 come professore ordinario, il corso di Meccanica celeste, poi denominato Meccanica superiore e quello di Meccanica razionale. Nel 1893 passerà all'Università di Napoli.
La produzione scientifica di Siacci è rivolta alla meccanica analitica, alla meccanica dei corpi rigidi, ai fondamenti e ai principi della meccanica razionale e soprattutto alla balistica di cui è considerato uno dei fondatori. Egli si occupò inoltre di problemi vari di matematica: sui determinanti, sulle forme binarie quadratiche, sulla teoria delle coniche, sulle serie e sull'equazione di Riccati.
Nel campo della meccanica analitica pregevoli sono le sue ricerche sulle equazioni canoniche e sulle trasformazioni di contatto che rivelano grande modernità di vedute, dimostrando competenze che lo collegano, per i metodi usati, all'opera di Carl Jacobi e di Sophus Lie. Gli studi di Siacci sul moto dei corpi rigidi destò l'interesse di C. Hermite per le implicazioni matematiche che ne derivavano. Significative sono anche le sue ricerche su un tipico esempio di
I meriti maggiori sono però ottenuti da Siacci nel settore della balistica, dove egli si distinse con il suo famoso trattato edito nel 1888. Di grande rilievo è qui il metodo, da lui ideato fin dal 1880 e poi perfezionato, per risolvere i problemi del tiro mediante una tavola balistica. Esso costituì uno dei progressi maggiori dell'epoca nella balistica esterna.
Notevoli sono anche due celebri equazioni da lui stabilite: l'equazione differenziale fra la temperatura e l'altezza e quella finita fra la pressione e la tensione del vapore, equazioni che portano alla sua formula barometrica per la misura delle altezze.
Fu socio nazionale dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia dei XL, dell'Accademia delle Scienze di Torino, dell'Accademia delle Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli, dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, dell'Accademia Pontaniana. Fu eletto deputato al Parlamento per due legislature e nel 1892 fu nominato senatore a vita. Successivamente al suo ritiro dal servizio militare attivo, fu nominato colonnello e poi maggiore generale.
A cura di C.S. Roero