Francesco Porro de’ Somenzi
E' stato il più giovane direttore dell'Osservatorio astronomico di Torino.
Nacque a Cremona il 5 maggio del 1861. Dopo aver studiato a Milano e a Pavia, nel 1882 conseguì la laurea in Fisica all'Università di quest’ultima città. Nel 1883 entrò come allievo astronomo all'Osservatorio Astronomico di Milano Brera, ma in seguito si trasferì a Torino. Porro si trovava già a Torino dal 1885, quando fu nominato astronomo aggiunto. In quegli anni si occupò di spettroscopia, traducendo anche un volumetto dell’inglese Richard Anthony Proctor.
Dopo l'improvvisa morte del Dorna, gli fu affidata la direzione dell'Osservatorio e l’insegnamento dell’Astronomia all’Università, che mantenne fino al 1903. Fu perciò il più giovane direttore dell'Osservatorio, arrivando a ricoprire questa carica all'età di soli 25 anni. Affrontò con energia la questione del trasferimento della sede in un luogo più appropriato. In più occasioni il Porro lamentò il fatto che gli strumenti pur validi in dotazione all’Osservatorio non potessero essere utilizzati adeguatamente, sia per le avverse condizioni ambientali sia per lo stato di abbandono delle cupole.
Dall'aprile 1890 al settembre 1891 si occupò di determinare l'azimut assoluto all'Osservatorio di Torino, e ne pubblicò i risultati nel 1892, come complemento delle operazioni di longitudine e latitudine eseguite negli ultimi anni da Dorna. Per questo lavoro utilizzò lo strumento trasportabile di Repsold che egli stesso aveva descritto in una memoria apparsa due anni prima negli Atti dell'Accademia delle Scienze.
Porro giudicava che l'unica maniera per fare della ricerca astronomica moderna a Torino fosse quella di trasferire una parte delle apparecchiature fuori città. Chiese e ottenne dalla Casa Reale uno spazio
Poiché non era possibile trasportare l'equatoriale Merz, ricorse all'aiuto del Consorzio Universitario Torinese per acquistare un rifrattore Steinheil a corto fuoco, che fu installato sotto una cupola metallica. Questo rifrattore, grazie alla focale di soli 125 cm (diametro cm 16) era trasportabile e poteva essere smontato in poche ore. Con questo strumento il Porro effettuò osservazioni di stelle variabili dal novembre 1983 al febbraio 1895.
Per questo il Porro individuò un nuovo sito, sulla collina Bric Torre Rotonda, nel territorio di Pino Torinese, nell'attuale sede dell’Osservatorio. L'area consentiva non solo la costruzione di un Osservatorio, ma anche di una palazzina dove poter alloggiare il personale. Nel 1896 il Porro riuscì a riottenere un fondo di 25 mila lire che era stato assegnato al Dorna per l'arredamento dell’Osservatorio a Palazzo Madama e che questi non aveva potuto utilizzare perché era morto prima di poterne disporre. Decise quindi di destinare tale somma alla costruzione di un Osservatorio sulla collina Bric Torre Rotonda. In attesa di iniziare i lavori, nel 1896 pubblicò i risultati delle osservazioni delle stelle variabili, mentre abbandonò le osservazioni delle comete da Palazzo Madama a causa delle cattive condizioni dell'equatoriale Merz, dell'aumento dell'illuminazione stradale e della difficoltà di chiusura della cupola grande. Porro non ebbe però tempo di completare il suo progetto, poiché alla fine del 1902 venne chiamato dall'Università di Genova per ricoprire la cattedra di Geodesia ed Astronomia. Lasciò l’incarico al suo successore padre Giovanni Boccardi.
Nel 1905 il governo argentino gli propose di riordinare l'Observatorio Nacional de La Plata e quindi partì per l'America del Sud per rimanervi fino al 1910. In seguito riprese il suo posto di professore di Astronomia all'Università di Genova, assumendo anche l'incarico dell'insegnamento della Geografia fisica e la Direzione dell'Osservatorio meteorologico di Genova, che tenne fino al suo collocamento a riposo per limiti d'età. A Genova fu anche incaricato del corso di Geodesia teoretica nella Scuola di Applicazione degli Ingegneri.
Il suo lavoro più importante rimane la riduzione dei campi stellari osservati da Giuseppe Piazzi a Palermo, che fu pubblicato nel 1933 dalla Reale Accademia d'Italia.
Morì a Genova il 16 febbraio 1937.
A cura di Attilio Ferrari