Domenico Berti

(
1820
-
1897
)
Letto finora

Domenico Berti

Professore di Filosofia morale dell’Università di Torino dal 1849 al 1861, intraprese anche una carriera politica e amministrativa.

Domenico BertiNato a Cumiana (Torino) il 17 dicembre 1820, fu allievo del rosminiano Giovanni Antonio Rayneri e di Ferrante Aporti. Conseguì la laurea in filosofia e filologia all’Università di Torino e nel ’46 si diplomò nella prima scuola di metodo diretta dall’Aporti istituita nel ’44 presso l’Università di Torino. Sempre nel ’46 gli fu affidato l’insegnamento di metodo nella scuola provinciale di Novara. Contemporaneamente era ripetitore di filosofia nel Collegio delle Province. Nel luglio ’47 fu assegnato alla scuola di metodo di Casale, e nell’ottobre dello stesso anno ottenne l’incarico di metodo applicato all’istruzione elementare nell’Università di Torino, che tenne per due anni. Nell’ottobre del ’49 passò alla cattedra di filosofia morale dell’Università di Torino.

Il 15 dicembre ’50 venne eletto alla Camera nel collegio di Savigliano. Nominato referendario del Consiglio di Stato, il 18 novembre ’61 rinunciò alla cattedra, conservando la qualifica di professore onorario di filosofia dell’Università di Torino. Nel ’62 fu nominato segretario generale del ministero dell’agricoltura e commercio nel primo gabinetto Rattazzi e dal dicembre ’65 al febbraio ’67 Ministro della Pubblica Istruzione.

Dal ’72 fu ordinario di Storia della filosofia e Preside della Facoltà di Lettere dell’Università di Roma, carica che ricoprì fino al ’75. Ministro di agricoltura e commercio dal maggio ’81 al marzo ’84, nel dicembre ’84 venne eletto vicepresidente della Camera, e nel gennaio ’95 fu nominato senatore del Regno. Morì a Roma il 22 aprile 1897.

A cura di M.F.