Aleksandr Aleksandrovich Friedmann

(
1888
-
1925
)
Letto finora

Aleksandr Aleksandrovich Friedmann

Cosmologo e matematico, scoprì l'espansione dell'Universo, oggi conosciuta da tutti come Big Bang.

Aleksandr Aleksandrovich FriedmannAleksandr Aleksandrovich Friedmann è stato l'uomo che ha scoperto l'espansione dell'Universo.

Lo ha fatto non soltanto grazie a quello straordinario talento per la matematica che ne faceva un vero fuoriclasse in materia, ma anche in virtù di un profondo intelletto privo di pregiudizi o dogmi, che gli ha permesso di andare oltre la visione dell'universo comunemente accettata, minando nelle fondamenta il modello eterno e immutabile tanto caro al grande Einstein.

Lemaître prima e poi George Gamow utilizzeranno i risultati di Friedmann come base di partenza per sviluppare la teoria di un modello di universo in evoluzione, teoria che sarà poi conosciuta come Big Bang.

Aleksandr Friedmann nasce il 16 giugno del 1888 a San Pietroburgo in Russia da genitori artisti. Il padre è ballerino e compositore mentre la madre suona il pianoforte. L'amore per la musica lo accompagnerà durante tutta la sua breve vita. All'età di nove anni, dopo che in seguito al divorzio dei genitori era andato a vivere per un breve periodo con la zia (salvo poi ritornare dal padre risposatosi) Friedmann viene ammesso al secondo ginnasio di San Pietroburgo dove ben presto manifesta la sua straordinaria predisposizione per la matematica. Qui viene seguito negli studi dal matematico A. Markov e stringe amicizia con un altro precoce talento, Yakov Tamarkin, con il quale scrive un articolo sui numeri di Bernoulli; nel 1906 la prestigiosa rivista diretta da Hilbert, Mathematische Annalen, pubblica il lavoro dei due giovani studiosi.

In questi anni si manifesta in Aleksandr un forte impegno per la politica, che lo vede schierato, con l'entusiasmo e l'esuberanza dei giovani, dalla parte dei rivoluzionari.

Nell'agosto del 1906 Friedmann si iscrive al corso di fisica e matematica dell'Università di San Pietroburgo. In questo ambiente particolarmente ricco e stimolante dal punto di vista culturale, Friedmann viene seguito soprattutto da Steklov e Ehrenfest nei cui seminari si discutono tutte le nuove idee della fisica dalla relatività generale alla meccanica quantistica.

Pur essendo molto impegnato dalla sua attività di brillante studente, Friedmann non trascura lo studio delle lingue, riuscendo a imparare anche un po' di italiano, e naturalmente non trascura affatto la musica.

Termina l'università nel 1910 e si iscrive subito al dottorato in matematica. L'anno successivo tra le sue pubblicazioni ne troviamo una sulla teoria dell'aeroplano, di stampo prettamente divulgativo. Nel 1913 con una tesi sui corpi fluidi supera gli esami di dottorato e comincia a dedicarsi alla meteorologia, che diverrà il principale dei suoi interessi. Nel 1914 comincia a lavorare all'Osservatorio Aerologico Pavlosk e prende anche il brevetto di pilota, grazie al quale porterà a termine numerosi voli d'osservazione.

Agli albori della Prima Guerra Mondiale gli studi di Friedmann si interrompono; parte volontario per la guerra e la sua capacità di volare, associata a una buona dose di coraggio e temerarietà, gli permettono di compiere valorose azioni di combattimento. In una di queste sfrutta i suoi calcoli sul lancio delle bombe per portare a termine con successo una missione di bombardamento sulle truppe nemiche austriache asserragliate nella città di Przemysl. In seguito a quest'azione sarà premiato con la più alta onorificenza militare russa, la Croce di San Giorgio.

All'interno dell'esercito ha il tempo di creare un ufficio meteorologico e ben presto diviene capo della divisione centrale di navigazione aerea russa. In tutto questo periodo continua i suoi studi matematici, discutendo idee e teoremi tramite corrispondenza postale con il suo amico Steklov. Sopravvive alla guerra e dopo una breve parentesi a Mosca, come direttore di una fabbrica di strumenti per la navigazione aerea, si trasferisce per due anni all'Università di Perm come professore di matematica, per poi tornare nel 1920 alla sua amata San Pietroburgo, ora Pietrogrado.

È questo un periodo intensissimo per Friedmann, ricco di impegni in numerosi istituti, dall'università all'Osservatorio centrale di Fisica, dall'Istituto Politecnico alla Sezione Atomica dell'Istituto Ottico di Stato, per citarne soltanto alcuni, tutti portati avanti con entusiasmo e il solito acume, come dimostrano le innumerevoli pubblicazioni.

Nonostante tutto questo lavoro Friedmann trova il tempo di innamorarsi, anzi di perdere letteralmente la testa, per una giovane ricercatrice dell'Osservatorio centrale di Fisica, Natalia Malinina. Poco tempo dopo, nel 1922, i due si sposano dopo che l'innamorato Aleksandr aveva divorziato dalla sua prima moglie.

Ma il 1922 è un anno importante per Friedmann non soltanto per gli affari di cuore ma soprattutto, dal punto di vista prettamente scientifico, per i suoi studi sulla teoria della relatività. È di quest'anno infatti il lavoro "Sulla curvatura dello spazio" che lo scienziato russo invia alla rivista Zeitschrift für Physik che lo riceve il 29 giugno del 1922.

Il 18 settembre la stessa rivista riceve una breve nota dal grande Einstein, che senza mezzi termini critica il lavoro di Friedmann, bollandolo come "matematicamente sbagliato". D'altronde per chi come Einstein pensava che l'universo dovesse essere stazionario ed eterno, l'articolo di Friedmann poteva sembrare una vera e propria eresia.

Così scriveva Friedmann: ... I tipi variabili di universo sono una grande varietà di casi; ci possono essere situazioni di questo tipo quando il raggio di curvatura… cresce costantemente nel tempo; sono anche possibili casi in cui il raggio di curvatura cambia periodicamente…

Così rispondeva Einstein: I risultati che riguardano situazioni non stazionarie, contenuti nel lavoro di Friedmann, mi sembrano sospetti. In realtà risulta che la soluzione data non soddisfa le equazioni di campo.

Ma Friedmann non è tipo da alzare bandiera bianca e ritrattare le sue idee; lui che era stato eroe di guerra, oltreché essere uno dei migliori matematici del mondo, il 6 dicembre scrive direttamente allo stesso Einstein una lettera nella quale sviluppa tutti i calcoli in maniera dettagliata e invita lo scettico scienziato, qualora si convincesse dell'esattezza dei suoi calcoli, a informare il direttore della rivista Zeitschrift für Physik affinché ne prenda nota.

Passano molti mesi, tuttavia, senza che Friedmann riceva una risposta; allora lo scienziato affida la lettera con i calcoli al suo amico Krutkov, che avrebbe incontrato Einstein in maggio nella casa di Ehrenfest. Il 21 maggio il padre della relatività manda una nota alla rivista nelle cui pagine si era svolto il "duello", ammettendo il proprio errore e la correttezza dei risultati di Friedmann.

Crolla così il mito dell'universo immutabile ed eterno.

Nel 1923, oltre a scrivere un articolo divulgativo di carattere cosmologico, Friedmann parte per un viaggio in Europa che lo porta a toccare le maggiori città tedesche, Berlino, Amburgo, Potsdam e Göttingen, senza peraltro aver mai la possibilità di incontrare Einstein, e poi a passare per la Norvegia.

L'anno successivo è di nuovo in partenza alla volta di Delft in Olanda per il Primo Congresso Internazionale di Matematica Applicata, dove viene eletto membro del Comitato Organizzatore per il successivo congresso. Durante questa manifestazione si compiace dell'interesse che gli altri ricercatori europei nutrono nei confronti dei suoi lavori e di quelli dei suoi colleghi russi.

Nel 1925, di nuovo in patria, Friedmann diventa direttore dell'Osservatorio, ora ribattezzato Osservatorio Geofisico Centrale, e organizza un esperimento su pallone aerostatico per studiare gli strati alti dell'atmosfera. Il 18 luglio sale di persona, e non poteva essere diversamente, a bordo del pallone e dopo cinque ore di viaggio raggiunge la quota record di 7400 metri. Dopo l'impresa si concede un meritato, seppur breve, periodo di riposo in Crimea assieme alla moglie. Pochi giorni dopo il suo rientro dalle vacanze è costretto ad affrontare la sua battaglia più dura, quella con il tifo. Dopo poche settimane di lotta, Aleksandr Friedmann muore il 16 settembre del 1925, a soli 37 anni.

Con Friedmann scompare una delle menti più lucide, e giovani, del panorama scientifico mondiale. I suoi lavori nel campo della cosmologia hanno rappresentato un passo enorme verso la comprensione della natura; forse troppo grande per quei tempi e per le idee, quasi dogmatiche, che tenacemente venivano difese dai grandi scienziati dell'epoca.

Il nome e i lavori di Friedmann saranno dimenticati per decenni, nonostante qualche temerario tentativo come quello di Lemaître nel 1927, che ben pochi presero in seria considerazione, o i successivi studi di Einstein e de Sitter che mostrarono la possibilità di universi in evoluzione con curvatura nulla, cioè piatti.

Bisogna aspettare gli anni 1940 perché il nome dello sfortunato scienziato russo torni alla ribalta, grazie a uno degli allievi più brillanti di Friedmann, George Gamow, nella cui autobiografia si legge: Stando alla teoria originaria di Friedmann sull'Universo in espansione, il cosmo deve aver avuto origine da uno stato singolare…

Dopo che le osservazioni sperimentali avranno definitivamente condannato il modello di universo stazionario, i lavori di Friedmann saranno tutti ripubblicati in Unione Sovietica nel 1963, in occasione del settantacinquesimo anniversario della sua nascita.

A cura di Paolo Magionami