Giovanni Boccardi

(
1859
-
1936
)
Letto finora

Giovanni Boccardi

Astronomo, matematico e sacerdote, fondò la Società Astronomica Italiana e trasferì l'Osservatorio di Torino nell'attuale sede di Pino Torinese.

Giovanni BoccardiNacque il 20 giugno 1859 a Castelmauro, in provincia di Campobasso. Rimasto orfano di madre quando aveva soli 20 mesi, venne affidato alle cure di uno zio prete che viveva a Napoli dove compì tutti gli studi. Fin da giovane mostrò inclinazione per gli argomenti scientifici e all’Università scelse l’ingegneria.

Entrato all’età di 20 anni a far parte della Congregazione dei Lazzaristi, fu ordinato sacerdote nel 1884, e inviato a insegnare matematica nei collegi della sua Congregazione a Salonicco, Smirne e in altri luoghi del Medio Oriente. Proprio a Smirne nel 1887 iniziò a prendere pratica in osservazioni con il sestante. In tale periodo si dedicò alle attività religiose, alla predicazione, all’organizzazione oratoriale dei giovani. In quel periodo iniziarono anche i disturbi neurovegetativi che lo resero insofferente per tutta la vita.

Nel 1892 decise di tornate in Italia e continuò nella sua attività di insegnamento della matematica a Napoli, Lecce, Acireale. Era cresciuto in lui nel frattempo l’interesse per l’Astronomia e nel 1895 si trasferì a Roma presso l'Osservatorio del Collegio Romano. Boccardi vi perfezionò e approfondì i suoi studi sotto la guida di Pietro Tacchini e Elia Millosevich, dedicandosi alla teoria delle orbite planetarie. In particolare sviluppò importanti calcoli sul pianetino 416, dietro sua proposta poi battezzato Vaticana.

Nel 1898 si trasferì poi all'Osservatorio di Collurania presso Teramo e nel 1899 ottenne d'essere inviato a Parigi e Berlino per seguire corsi di perfezionamento.

Ritornato in Italia alla fine del 1900, fu nominato Professore anziano aggregato presso l'Università di Catania e secondo Assistente nell'Osservatorio Astrofisico locale. Qui Boccardi venne incaricato di studiare le formule di riduzione delle lastre fotografiche della zona di cielo compresa fra le declinazioni 460 e 550 assegnata a quell'Osservatorio per la Carta del Cielo, il programma internazionale di produzione di un Catalogo astrofotografico stellare iniziato, per la zona celeste di Catania, dal direttore Annibale Riccò sin dalla primavera del 1896. Per questo incarico, Boccardi stese laboriose memorie, compilò un catalogo di 3243 stelle di riferimento e descrisse il metodo per la riduzione di oltre 1000 lastre fotografiche; contemporaneamente pubblicò diagrammi astronomici e calcoli d'orbite, campo nel quale acquisì una notevole competenza.

Sulla base dell'esperienza acquisita, raccolse i risultati più significativi dei suoi studi nel Guide du Calculateur, edito a Parigi nel 1902 in due volumi. Merito di questo lavoro fu facilitare, sia per la chiarezza dell'esposizione, sia per la precisa e concisa formulazione e risoluzione dei problemi più importanti, lo studio e la ricerca nel campo dei calcoli astronomici, con particolare riferimento alle orbite. Boccardi riunì regole pratiche, consigli, procedimenti che si applicavano in generale a tutti i calcoli scientifici e che non si trovavano nei manuali allora esistenti. Il Guide du Calculateur era diviso in due parti: la prima costituiva una specie di introduzione alla seconda e conteneva le regole per i calcoli in generale; nella seconda erano esposte le regole per i calcoli speciali.

Nel 1903 Boccardi vinse, per concorso, la cattedra di Astronomia presso l'Università di Torino e assunse contemporaneamente la Direzione dell'Osservatorio astronomico lasciato vacante da Francesco Porro. Sulle torri di Palazzo Madama Boccardi elaborò un catalogo di 594 ascensioni rette ed eseguì numerosi altri lavori di carattere teorico e pratico, per i quali ebbe dall'Académie des Sciences di Parigi il premio Valz per l'astronomia.

Quando il Ministero della Pubblica Istruzione soppresse le spese per gli annuari astronomici, Boccardi, convinto della loro utilità per il pubblico, stampò quello dell'Osservatorio Astronomico di Torino a sue spese. Pertanto, a partire dal 1905, l'Annuario del Reale Osservatorio Astronomico di Torino riprese le pubblicazioni dopo 37 anni di interruzione, migliorato nella veste e nel contenuto, ricco di note divulgative e anche scientifiche.

Alla fine del 1906 Boccardi fondò la Società Astronomica Italiana, con sede a Torino, la quale ebbe per organo di stampa dal 1907 la «Rivista di Astronomia e Scienze Affini». Successivamente entrò in polemica sul modo di condurre la Società, e la lasciò per fondarne una differente nel 1911, chiamata Società Urania che sopravvisse per alcuni anni. Fu uno dei primi astronomi italiani ad aderire all’International Astronomical Union.

Spetta al Boccardi il merito del trasferimento dell'Osservatorio dalla sua vecchia sede sul Palazzo Madama, a quella dislocata sulla collina di Pino Torinese, dove le osservazioni non venivano disturbate dalle luci della città. Fu Boccardi infatti a ideare il piano di attrezzatura del nuovo Osservatorio e a effettuarne la realizzazione con l'acquisto di molti e importanti strumenti per i quali ottenne i fondi da enti pubblici e da privati, nonché da una sottoscrizione promossa sulle colonne del quotidiano torinese «La Stampa» per l'acquisto di un equatoriale Zeiss.

Ebbe prestigiose onorificenze da parte dei francesi: nel 1921 fu nominato membro del Bureau des Longitudes, nel 1922 membro dell’Association Française, nel 1924 Officier de l’Instruction Publique, nel 1927 membro della Société Astronomique de France. Fu socio dell’Accademia degli Zelanti di Acireale, dell’Accademia Pontificia, dei Nuovi Lincei, della Washington Academy of Sciences.

Alla fine del 1923, avendo quasi completamente perso la facoltà di vedere con l'occhio destro, vista l'impossibilità di mantenere con efficienza la Direzione dell'Osservatorio e la cattedra di Astronomia, trasmise al Ministero la rinuncia, per ragioni di salute, all'uno e all'altro incarico. Messo, quindi, a riposo, Boccardi soggiornò per un certo periodo in Francia.

Rientrato in Italia, Boccardi si stabilì in un primo tempo a Napoli, quindi a Varazze e infine a Villetta (Savona), dedicandosi alla divulgazione scientifica e all'apologia religiosa, scrivendo articoli scientifici, tenendo conferenze e continuando le polemiche alle quali era portato dal suo carattere battagliero, polemiche che gli procurarono spesso critiche e amarezze.

Morì a Villetta il 24 ottobre 1936.

A cura di Attilio Ferrari