Charles Babbage
Matematico e filosofo, passò tutta la sua vita alla costruzione di una macchina analitica, antesignana dei moderni computer.
C. Babbage nacque a Londra da un noto banchiere, Benjamin Babbage. Fin dagli studi giovanili dimostrò una propensione all'algebra e agli studi matematici, tanto da divenire rapidamente più preparato dei suoi stessi insegnati al Trinity College di Cambridge, dove entrò nel 1811.
Fu co-fondatore dell'Analytical Society per la promozione della matematica insieme a John F. Herschel e George Peacock, e dal 1816 entrò a far parte della Royal Society ricoprendo un ruolo attivo nell'istituzione della futura Royal Astronomical Society. In questo stesso periodo iniziò ad appassionarsi - perché la sua fu anche passione smodata - per il calcolo analitico. Nel 1821 inventò la macchina alle differenze per compilare tavole matematiche, e nel 1832 egli concepì l'idea che lo ha reso precursore dei moderni computer: una macchina che fosse in grado di compiere qualsiasi calcolo, ovvero la macchina analitica.
Babbage non riuscì mai a creare la macchina analitica: il costo era troppo elevato e il governo britannico non era disposto a stanziare somme così ingenti. Della macchina analitica rimangono solo alcuni frammenti sebbene egli abbia speso moltissimo del suo tempo nonché una fortuna economica nella sua costruzione fin dal 1856. Un tipografo svedese, George Scheutz costruì una macchina basata sui disegni della macchina alle differenze di Babbage nel 1855 che permetteva di creare tavole astronomiche e matematiche (solo nel 1989 ne è stato completato un modello, ora conservato al Museo della Scienza di Londra).
Dal 1828 al 1839 egli occupò la cattedra lucasiana di matematica a Cambridge.
Nel 1840 venne a Torino su invito di Giovanni Plana per la prima riunione degli scienziati italiani: qui incontrò numerosi matematici e fisici, ai quali presentò il progetto della macchina analitica. Fu questa l'unica presentazione pubblica della macchina analitica fatta da Babbage in persona. L'Italia, Torino offrirono a questo grande matematico un'opportunità che la sua patria non gli offrì mai. E Babbage decise di dedicare la sua autobiografia (Passages from the Life of a Philosopher, 1864) al re d'Italia, Vittorio Emanuele II.
A cura di EB