Michele Buniva

(
1761
-
1834
)
Letto finora

Michele Buniva

Medico e veterinario piemontese, tra i suoi molteplici impegni si ricorda la lotta per l'introduzione della vaccinazione antivaiolosa.

Michele BunivaNato a Pinerolo il 15 gennaio 1761, figlio di un noto architetto (Gerolamo), Michele Buniva fu ammesso al Collegio delle Province di Torino nel 1777, iscrivendosi a Medicina. Il 10 maggio 1781 si laureò discutendo le tesi: Ex Regno Minerali: De Sulphure. Ex Theoria: De Morbis particularibus. Pletora et inanitio. Ex Praxi: Morborum particularium.

Si dedicò subito alla pratica medica, lavorando col medico Gian Tommaso Anforni, allievo dell'Allioni, che resse il Collegio di Medicina dal 1791 al 1795. Mostrò anche grande interesse per l'Agraria e la Veterinaria. Si iscrisse alla Società Agraria di Torino nell'agosto 1785, a due mesi dalla sua fondazione. Il 10 maggio 1788 divenne dottore collegiato della Facoltà Medica (detta allora Collegio di Medicina), discutendo la tesi: Ex Physica: De generatione plantarum. Ex Anatome: De organis mulierum genitalibus. Ex Physiologia: De Hominum generatione. Ex Theoria: De generatione et propagatione vermium in canali cibario hospitantium . L'opera, di 332 pagine, venne pubblicata e suscitò interesse.

Nel luglio 1788 Buniva si recò a visitare le strutture scientifiche in Francia (Marsiglia, Montpellier, Parigi) e a Londra. Il 15 luglio 1789, grazie ai risultati di questo viaggio, il Re Vittorio Amedeo III lo nominò professore straordinario di Medicina. Nel 1791 ebbe la cattedra di Istituzioni di Medicina e Clinica e fu anche nominato straordinario di "Instituta Medica".

Ebbe simpatie politiche per personaggi come Sebastiano Giraud (diventato in seguito suo acerrimo nemico), Carlo Giulio e Giambattista Balbis, che risultarono coinvolti in una cospirazione antimonarchica organizzata dal medico Barolo. Gli amici fuggirono in Francia; Buniva, in attesa di eventi che fortunatamente non ci furono, si rifugiò in un alpeggio. È probabilmente di quest'epoca la sua adesione alla massoneria. Fra il 1788 e il 1798 Buniva si interessò soprattutto di Agraria e di Veterinaria, pubblicando ricerche apprezzate.

Con l'avvento dell'occupazione francese e la creazione di un governo provvisorio, nel quale entrarono gli amici Sebastiano Balbis e Carlo Botta, Buniva passò sulla cattedra appena istituita di Igiene e Medicina Legale. Politicamente, appartenne alla corrente favorevole all'annessione alla Francia, che contrastò l'ala più estremista del movimento repubblicano. Con la caduta del Governo provvisorio e il ritorno degli alleati austro-russi condotti da Suvarov, Buniva fuggì in Francia, ove visse esercitando la professione medica a Parigi.

Assisté anche la famiglia Savoia-Carignano, con la quale cadde in disgrazia in seguito alla morte di Carlo Emanuele, padre di Carlo Alberto. Approfondì i suoi rapporti col mondo scientifico francese e frequentò la famosa Scuola di Veterinaria di Alfort. Nel 1800 fu incluso nel Comitato parigino del vaccino e si recò in Inghilterra, ove Edward Jenner aveva intrapreso, nel 1797, la vaccinazione antivaiolosa.
Dopo il ritorno dei francesi in Piemonte, Buniva, spinto dall'amico Carlo Bossi, tornò a Torino, ove fu subito nominato Presidente del Magistrato di Sanità, trasformato poi in Consiglio Superiore di Sanità.

La sua influenza sul mondo medico divenne enorme, anche nel Collegio Medico Universitario, nel quale strinse intorno a sé numerosi amici che il Rettore Prospero Balbo definì "la cabale des médecins". Nel 1805 Napoleone lo confermò professore di Igiene pubblica e privata. Dette grande impulso alla Scuola di Veterinaria, che trasferì da Chivasso al Valentino. Nacque da questo fatto e dalla sua direzione, l'inimicizia con Sebastiano Giraud, che lo costrinse alle dimissioni. La sua grande opera fu la lotta per l'introduzione della vaccinazione antivaiolosa, che condusse con grande energia e sacrificio personale, presiedendo il Comitato per la vaccinazione.

Con la Restaurazione, Buniva fu privato di ogni incarico, e sopravvisse facendo il medico (dal 1817 nel ghetto ebraico) e dando consigli agli amici da Racconigi, ove divenne Presidente della locale Società Medica.
Morì nella sua casa di Piscina il 26 ottobre 1834.

A cura di M.U. Dianzani