Giovanni Schiaparelli

(
1835
-
1910
)
Letto finora

Giovanni Schiaparelli

Astronomo, ingegnere e storico, uno dei più prolifici astronomi italiani del XIX secolo, noto per i suoi studi su Marte.

Giovanni SchiaparelliNasce a Savigliano (Cuneo) e compie studi di ingegneria all’Università di Torino. Per studiare astronomia, si trasferisce all’Osservatorio di Berlino e poi a quello di Pulkovo, in Russia. Dal 1860 è nuovamente in Italia, presso l’Osservatorio astronomico di Brera a Milano, di cui due anni dopo, con l’appoggio di Quintino Sella, diventa direttore. Conserverà questa carica fino al 1900. Attivo osservatore di sistemi di stelle doppie (ne studierà 1100), il suo nome rimane legato soprattutto a osservazioni di oggetti all’interno del sistema solare. Studia le comete, arrivando a spiegare che la forma delle loro code è dovuta ad una forza repulsiva proveniente dal Sole, e attribuisce un’origine cometaria alle meteore che periodicamente attraversano il cielo in sciami.

Nell’agosto 1877 inizia le osservazioni della superficie di Marte che lo renderanno famoso e per le quali oggi è considerato il padre della geografia marziana (l’areografia). Sfruttando la posizione particolarmente favorevole del pianeta in quel periodo, ne rappresenta tutti i particolari su carta con un’accuratezza mai raggiunta fino ad allora. Assegna il nome di mari e monti ad alcune configuazioni particolari e individua una serie di strutture regolari che chiama “canali”. La traduzione del termine, da parte dei curatori dei suoi articoli, nell’inglese “canals”, indicato per i canali artificiali, diffonde l’idea che su Marte ci sia vita intelligente. Negli anni successivi, Schiaparelli prosegue ed approfondisce le sue osservazioni, registrando quelle che chiama le “geminazioni”, ossia raddoppiamenti dei canali e modificazioni della posizione di continenti e oceani. Nonostante la sua costante prudenza sull’origine delle forme da lui osservate, nel 1895 ne propone un’interpretazione ipotizzando l’esistenza una complessa struttura sociale delle forme di vita presenti sul pianeta. Solo una quindicina di anni dopo la controversia fra gli scienziati sulla natura dei canali marziani potrà essere risolta, con l’avvento di telescopi più potenti, che mostreranno che si trattava solamente di un’illusione ottica.

Cultore delle lingue moderne e antiche, alla fine della sua carriera si dedica alla storia dell’astronomia e in particolare studia l’astronomia dell’Antico Testamento, attingendo alle fonti originali grazie alla sua conoscenza delle antiche lingue del mondo ellenico, ebraico, indiano e assiro-babilonese.

A cura di Paola Cuneo