Bernardino Drovetti

(
1776
-
1852
)
Letto finora

Bernardino Drovetti

Archeologo e diplomatico piemontese "padre" del Museo Egizio di Torino.

Bernardino DrovettiBernardino Drovetti nasce a Barbania in provincia di Torino nel 1776, si laurea in Legge nel 1794, negli anni in cui si estende la passione rivoluzionaria proveniente dalla Francia .

Dopo essere stato, col grado di colonnello, capo di Sua Maestà delle forze piemontesi dell'esercito napoleonico d'Italia durante la Prima e la Seconda Campagna d’Italia, nel 1801 è Capo di Stato Maggiore della Divisione Piemontese.

Nominato nel 1802 console francese in Egitto, dopo la caduta di Napoleone e la Restaurazione, Drovetti venne sollevato dall'incarico, ma restando in Egitto, intrecciò una solida e duratura amicizia con l'ufficiale albanese che farà uscire il Paese dal Medio Evo e lo renderà indipendente dal dominio turco: costui era Mohammed 'Aly.

Iniziò anche la passione per l’archeologia, i circa 3000 oggetti che Drovetti trovò nella zona di Karnak e Luxor formarono la sua prima collezione di Antichità che cedette parte a Carlo X (oggi al Louvre), parte a Carlo Felice (1824) oggi al Museo egizio di Torino, di cui il Drovetti dev'essere considerato il vero fondatore; fu, infatti, Vittorio Emanuele I ad accettare l'acquisto, e Carlo Felice destinò quale sede del futuro Museo Egizio di Torino il palazzo dell'Accademia delle Scienze: nacque così a Torino il primo Museo di Antichità Egizie al mondo.

Il prezzo richiesto dal Drovetti era esorbitante per le casse dello Stato Sabaudo, ma la Regia Università donò cospicui fondi per l'acquisizione; la collezione Drovettiana andò ad accrescere quella del Gabinetto di Curiosità dei Savoia, di cui facevano parte anche pezzi acquistati nel '600 ai Gonzaga ed altri oggetti prelevati in Egitto dal botanico Vitaliano Donati nel '700.

Il villaggio operaio di Deir el Mediana, presso la moderna città di Luxor, è il luogo di provenienza di numerosi reperti facenti parte della collezione Drovetti.

La comunità degli artigiani incaricati di costruire e decorare le vicine tombe reali della Valle dei Re occupò l’insediamento per circa 5 secoli, a partire della fine del XVI secolo a.C., lasciando eccezionali testimonianze della propria vita quotidiana, delle proprie credenze religiose e delle proprie pratiche funerarie: stele, ushabti ovvero statuine funerarie, ostrica (cocci di calcare dipinti), statue di divinità e di defunti, elementi di arredo domestico, tavole d’offerta.

Sappiamo che egli accordò agli archeologi ogni aiuto possibile (l'Egitto era piuttosto inospitale per gli stranieri), in particolare favorì la spedizione franco-toscana composta da Champollion e Rosellini, caldeggiando presso Mohammed 'Aly la richiesta di trasportare a Parigi uno dei due obelischi del tempio di Luxor che oggi si trova a Parigi in Place de la Concorde.

Tali oggetti costituivano, all’epoca di Drovetti, i primi ed isolati documenti provenienti da uno straordinario contesto di vita urbana, che si sarebbe poi conosciuta più approfonditamente a seguito di scavi sistematici iniziati nei primi anni del Novecento.

Tornato a Torino muore nel 1852.

A cura di Gabriella Bernardi