Guido Castelnuovo

(
1865
-
1952
)
Letto finora

Guido Castelnuovo

Matematico, considerato il fondatore della scuola italiana di geometria algebrica.

Guido CastelnuovoNato a Venezia il 14 agosto 1865, compie gli studi universitari a Padova, dove è allievo di G. Veronese, che lo indirizza alla geometria iperspaziale. Conseguita la laurea nel 1886, dopo un anno di perfezionamento a Roma sotto la guida di Luigi Cremona, Castelnuovo giunge a Torino come assistente di Enrico D'Ovidio: qui si lega di profonda amicizia a Corrado Segre e trascorre un periodo (1887-1891) cruciale per il successivo orientamento delle sue ricerche.

Nel 1891 è chiamato a ricoprire la cattedra di Geometria analitica e proiettiva all'Università di Roma, dove insegnerà per 44 anni, tenendo anche corsi di Matematiche complementari, di Calcolo delle probabilità e di Geometria superiore. A Roma si apre un periodo di feconda collaborazione con Federigo Enriques, con il quale firma una decina di lavori, fra cui due articoli per la prestigiosa Enzyklopädie der Mathematischen Wissenschaften .

A Castelnuovo, che insieme a C. Segre, F. Enriques e Francesco Severi è considerato il fondatore della scuola italiana di geometria algebrica, si devono numerosi, celebri risultati sulle superficie algebriche, fra cui le condizioni necessarie e sufficienti per la razionalità di una superficie algebrica, lo studio delle superficie irregolari e la dimostrazione della razionalità dell'insieme delle involuzioni piane, risultato, quest'ultimo, che gli vale la medaglia d'oro della Società dei XL. Egli è, inoltre, uno dei principali artefici della geometria su una curva algebrica e della teoria generale delle superficie algebriche dal punto di vista delle trasformazioni birazionali.

A partire dal 1906, Castelnuovo si indirizza poi a questioni di tipo metodologico, didattico, storico e fisico, occupandosi, tra l'altro, dei metodi statistici della fisica, del calcolo delle probabilità e della teoria della relatività einsteiniana.

Numerosi riconoscimenti costellano la sua lunga carriera scientifica: egli è socio dell'Accademia delle Scienze di Torino e dell'Accademia dei Lincei, di cui è anche presidente; ricopre la carica di Commissario generale del Consiglio nazionale delle ricerche e, nel 1949, viene nominato senatore a vita.
Muore a Roma il 27 aprile 1952.

A cura di C.S. Roero