Enrico D'Ovidio

(
1843
-
1933
)
Letto finora

Enrico D'Ovidio

Matematico, si dedicò alla metrica proiettiva euclidea e non euclidea, ponendo le basi per la scuola italiana di geometria algebrica.

Enrico D'OvidioNato a Campobasso l'11 Agosto 1843, frequenta lo Studio privato di Achille Sannia a Napoli per prepararsi al concorso di ammissione alla Scuola di Ponti e Strade e, successivamente, le lezioni universitarie di Giuseppe Battaglini, Fortunato Padula ed Emanuele Fergola. Stimolato da questi docenti alla ricerca scientifica, ancora studente pubblica alcuni lavori sul «Giornale di matematiche ad uso degli studenti delle Università italiane» di G. Battaglini, ottenendo dalla Facoltà di Scienze dell'Università di Napoli la laurea ad honorem con dispensa dagli esami nel 1868 e, nel 1871, la libera docenza in Algebra complementare. L'anno seguente, sollecitato da Eugenio Beltrami, partecipa al concorso a cattedra di Algebra e Geometria analitica e, risultato vincitore, lascia Napoli per Torino. Qui insegnerà fino al collocamento a riposo nel 1918, avendo come allievi e assistenti alcuni illustri matematici fra cui Giuseppe Peano, Corrado Segre, Guido Castelnuovo e Francesco Severi.

A D'Ovidio, che lascia pregevoli contributi riguardanti le metriche, in particolare la metrica proiettiva euclidea e non euclidea, le figure dello spazio rigato e la teoria delle forme algebriche, soprattutto le forme binarie e i loro invarianti, va pure il merito di aver posto le basi di una scuola di geometria algebrica che, sotto la guida di C. Segre, avrebbe raggiunto, nel volgere di pochi anni, posizioni di altissimo prestigio e rinomanza europea.

La sua memoria Studio sulle cubiche gobbe mediante la notazione simbolica delle forme binarie, apparsa all'Accademia delle Scienze di Torino, merita nel 1879 la medaglia d'oro della Società dei XL.

Nel corso della vita D'Ovidio ricopre importanti e impegnative cariche istituzionali e politiche: è preside della Facoltà di Scienze MFN dal 1879 al 1881 e dal 1894 al 1907, rettore dell'Università dal 1880 al 1885 e commissario e poi direttore del Politecnico dal novembre 1906 al 1922. Nel 1892 fa parte del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione e nel 1905 è nominato senatore del Regno. Socio nazionale dell'Accademia delle Scienze di Torino dal 1878, è nominato presidente nel 1902 e, rieletto per due volte, mantiene la carica per otto anni ed è anche membro delle principali accademie italiane fra cui quella dei Lincei dal 1883.

D'Ovidio si spegne a Torino il 21 marzo 1933.

A cura di C.S. Roero